I Finalisti del Premio artisticoI Finalisti del Premio artistico

C'è ancora tempo per votare, NELL'APPOSIZTA SEZIONE DEL NOSTRO SITO, i Finalisti dell'Edizione 2012 del Premio che la Galleria Ghiggini dedica all'arte giovane. Per un mese circa, sono quì pubblicate le opere degli autori, dando modo a tutti i lettori del nostro settimanale di far parte di una giuria interattiva i cui voti decreteranno il vincitore del Premio Artevarese che avrà la possibilità di realizzare una mostra personale sulle pagine del sito.

Erika Lecchi (Osio Sotto 1983)
Sono sempre alla ricerca di nuovi materiali e ultimamente piuttosto della solita "…Morta" tela (che prende vita con il colore) mi è venuta l'idea di utilizzare le OSSA come supporto per i miei pensieri. Esse mi trasmettono sia vita sia morte, sono una creazione meccanicamente perfetta e non banale. Le OSSA di animali non vengono considerate, sono sempre la parte che viene gettata e io voglio renderle artistiche con le mie idee e farle riscoprire. Per quest'opera la "Brutta Copia" ho usato l'osso (l'anca) di una mucca come un vecchio taccuino per appunti, dove riflettere sulla poesia di Baudelaire "Lo Scheletro Contadino" e riscriverla sia in francese sia in italiano, come il foglio di "brutta" a scuola… Nella seconda opera "Nocturno" ho ripreso il pentagramma dell'opera 19 n. 4 di P. Tchaikovsky il "Nocturno" per pianocello e l'ho disegnata sull'osso della spalla (sempre della mucca) cercando di ricreare un violoncello.

Silvia Mangiarotti (Varese 1984)
Il viaggio più misterioso è quello alla scoperta della nostra parte più intima e del suo continuo e impercettibile mutare. Ma ancora più difficile può diventare cercare di vedersi con gli occhi degli altri. In questo tentativo di presa di coscienza l'autoritratto diventa strumento di autoanalisi, trasformando il soggetto in spettatore di se stesso. Ma nell'atto stesso dello scatto il corpo perde la sua unità. Ciò che rimane sono frammenti, linee e curve che s'intrecciano e si confondono.

Stefano Ronchi (Treviglio 1985)
I miei ultimi lavori sono il frutto di una ricerca organica ed ossessiva, fondata interamente sul disegno automatico, dove oltre a dare corpo a visioni rese con un'estrema attenzione grazie all'aiuto di una lente (che permette di isolare letteralmente una frazione della superficie), tento di stimolare la fantasia dell'osservatore attraverso l'antropomorfismo che pervade l'intero evolversi delle mie creazioni. Il punto di partenza di questa ricerca deriva dall'evoluzione del surrealismo nell'espressionismo astratto, unendo la struttura all over di matrice più astratta ad una resa scultorea iperrealista di corpi e architetture organiche e filiformi. Successivamente la composizione è rientrata nei canoni paesaggistici limitando il riempimento dell'intera superficie in favore di una lettura delle forme immediata e riconoscibile attraverso l'uso di piccoli formati, riuniti poi in grandi polittici o dittici.

Julian Soardi (Putignano 1989)
Tema di ricerca ACQUAE. Acqua come linfa, acqua come vita. In questo caso si affronta l'Acquaeductus costruiti per trasportare l'elemento primordiale, lo scorrere, l'attraversamento dei paesaggi, il segno di una civiltà impresso nella storia dell'uomo attraverso architetture tanto maestose quanto divenute subdole nel tempo. Dove come spinta di tutto ciò è la sete, una sete fisiologica, una sete spirituale, una sete espressiva, che spinge l'uomo ad andare oltre se stesso, oltre i prorpi limiti umani.

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