Busto Arsizio – Identità e tempo sono i parametri insiti nel titolo dato da Antonella Civera alla sua personale fotografica in corso alla Fondazione Bandera per l’Arte inserita nell’ambito della XVIII Edizione di Filosofarti.

“Why me? Why now ?” a cura di Cristina Moregola, appare speculare in quanto manifesta una trascorrenza temporale tesa a definire e plasmare un’idea di identità.
Su tali cadenze Antonella Civera compie un percorso intimo di dolore e lotta, di sacrificio, di elevazione umana e morale che l’hanno portata, nel corso della terapia intrapresa a fronte di un tumore al seno, ad autoritrarsi dando vita ad un diario per immagini che la ritrae imbrigliata dai tubi di drenaggio in distinte fasi della cura che, grazie alla maestria dell’autrice, la fanno apparire come una étoile poco prima di entrare in scena.

Negli autoritratti in primo piano lo sguardo pare, di volta in volta, teso sia verso un altrove noto solo all’autrice, sia mosso da introspettive indagini.
Dopodiché l’idea di sfida diretta è dato dall’armoniosa danza di un velo rosso mosso come ad affrontare una lotta contro il Minotauro che l’ha costretta nel labirinto tumorale.
Come l’eroe greco, Antonella Civera ne esce vincitrice divenendo corale esempio per tutte le donne.

Abbiano avuto l’opportunità di incontrare l’autrice nello spazio espositivo a lei dedicatoalla Fondazione Bandera per l’Arte.

Quale è stata la spinta che l’ha portata a realizzare queste immagini ?
“L’idea di questo progetto è nata a seguito dell’esperienza che sono stata costretta a vivere dovuta a un tumore al seno. A fronte di tale condizione ho deciso di utilizzare la fotografia al fine di portare una testimonianza che possa essere utile a tutte le donne per sensibilizzarle sull’importanza della prevenzione, inviando inoltre un messaggio di positività per ricordare sempre a tutte che siamo donne forti e belle aldilà di qualsiasi ostacolo”.

Quindi la macchina fotografica è stata un elemento salvifico.
“Utilizzare la macchina fotografica e me stessa per rappresentare quello che stavo vivendo mi ha molto aiutato a superare quel periodo e a ricordare a me stessa, in ogni singolo istante, che ero forte, che continuavo a essere bella al di là del mio corpo sfregiato e modificato”.

Osservando le foto si percepisce una forte tensione emotiva.
“Ho messo in mostra le mie emozioni che vanno dai momenti più bui ad altri dove mi imponevo di vedere uno spiraglio di speranza”.

Certo la fatica deve essere stata enorme.
“Si, ho fatto molta fatica, è stato doloroso utilizzare la macchina fotografica sul cavalletto e cercare di muovermi con addosso i drenaggi sopportando i dolori delle ferite, ma l’ho fatto facendomi forza al fine di mettere in scena una sorta di intima rappresentazione, immaginando i drenaggi come collane che mi abbellivano, mossa inoltre dalla volontà di essere positiva e ironica anche nelle circostanze dolorose, difficili e paradossali poiché per me era importante documentare quanto mi stava accadendo al fine per dare a tutte le donne, nelle mie condizioni, un messaggio di speranza”.

Antonella Civera – “Wht me? Why now?” – Busto Arsizio, Fondazione Bandera per l’Arte, Via Andrea Costa 29. Fino al 27 marzo 2022. Orari: giovedì-domenica 16-19

Mauro Bianchini