L’Isolino Virginia sul lago di Varese, dalla caratteristica forma triangolare, si trova nel Comune di Biandronno e dal 1863 è uno dei siti più rilevanti della preistoria europea: l’isola infatti conserva i resti del più antico insediamento palafitticolo dell’Arco Alpino e dal 2011 è Patrimonio mondiale dell’UNESCO, inserito nella Lista “Siti palafitticoli preistorici dell’arco alpino”.

Dal 1878 porta il nome di Virginia, in omaggio alla moglie dell’allora proprietario Marchese Andrea Ponti che fece allestire sull’isola l’omonimo museo – composto per lo più da materiali provenienti dall’Isolino e dai siti palafitticoli del lago di Varese, oltre che da Golasecca e da altre località del Varesotto nonché 94 uccelli di passaggio impagliati e 35 pesci imbalsamati del lago di Varese – poi donato all’Amministrazione Comunale di Varese dai nipoti di Andrea. Nel 1962 tutto il complesso dell’Isolino Virginia, venne poi ceduto al Comune di Varese.

Oggi il ritratto della nostra Virginia, insieme a quello del marito Andrea campeggia sullo scalone di Villa Mirabello: entrambi i dipinti sono stati eseguiti dal pittore Giuseppe Bertini nel 1886.

 

 

Figura di assoluto rilievo nel panorama industriale di secondo Ottocento, Andrea Ponti (Gallarate 1821 – Milano 1888)apparteneva alla seconda generazione di una florida dinastia di industriali tessili originaria di Gallarate; succedendo al padre Giuseppe, egli aveva assunto la conduzione della manifattura di famiglia,cui aveva apportato migliorie e ammodernamenti avviando un processo di crescita culminato nel 1870 nell’apertura del nuovo stabilimento a Fara di Gera d’Adda, che andava così ad affiancarsi ai due già esistenti di Solbiate e Gallarate.

Andrea Ponti scelse Giuseppe Bertini quale ritrattista perché era il pittore più amato dalla nobiltà e dall’alta aristocrazia milanese per rappresentare il proprio status sociale e perché l’industriale lombardo aveva affidato a partire dal 1870 la decorazione della propria villa di Biumo Superiore e sempre Bertini, inoltre, era intervenuto nella sua dimora milanese. Nel ritratto in questione Bertini rende al meglio le virtù di austerità borghesi dell’effigiato. Secondo Lucia Pini, autrice della scheda  relativa nel catalogo dei musei “ il rimando all’indole dell’effigiato è affidato a pochi dettagli:la mano portata al fianco atteggia la figura nella fermezza della posa, mentre il bastone da passeggio e la missiva che la destra impugna come se fosse in attesa d’esser letta allontanano ogni sospetto d’ozio dalla tranquilla immanenza del modello”.

Il dipinto raffigurante Virginia Pigna Ponti (Fagnano Olona 1832 – Milano 1907), esponente della borghesia locale, figlia del tessitore Bernardo Pigna, allo stesso modo si caratterizza per un decoro composto, quasi rigoroso in cui il cromatismo omogeneo fa emergere la croce indossata come un gioiello, emblema di un lusso austero ed elegante.

 

Cristina Pesaro