Alcune opere della dimora varesinaAlcune opere della dimora varesina

Dall'aprile di due anni fa, momento della scomparsa del Conte Giuseppe Panza, la Direzione e lo staff di Villa Panza hanno più volte annunciato l'impegno programmatico di ospitare mostre, ma anche incontri con artisti, che si "intonassero" alla collezione, al tenore, ma soprattutto allo spirito dell'illustre mecenate.
Ed ecco che, come un vero testamento d'arte, è arrivata la personale 'impalpabile' e poetica di Christiane Löhr ("Dividere il vuoto", maggio 2010) e l'arte pop che restituisce una seconda vita ai rottami di Robert Rauschenberg ("Gluts", maggio 2010).

Anche per questo, nel catalogo di accompagnamento alla mostra di Bill Viola, Anna Bernardini evidenzia i punti – numerosi – di tangenza tra la ricerca dell'autore di New York e le opere della collezione varesina. 

Spiega la Bernardini: "Numerose sembrano essere le connessioni tra la ricerca di Bill Viola e i molti temi che trovano piena espressione nella collezione varesina a partire da una forte e comune spiritualità, così come la presenza della luce (naturale o artificiale, azionata da accensione o spegnimento), dal suo utilizzo e dalla sua percezione; connessioni e relazioni che, seppur trascritte "con una gamma di forme espressive diverse" come scrive Maria Rosa Sossai nel testo del catalogo "sono state pensate per invitare lo spettatore a partecipare a una sorta di 'sacra conversazione'". L'artista utilizza il video principalmente per esplorare il fenomeno della percezione inteso come cammino per giungere alla conoscenza di se stessi. Nelle opere degli artisti d'arte ambientale e minimale della Collezione Panza la percezione così come la luce rispondono entrambe a una necessità più di ordine filosofico che estetico con la finalità di identificare i momenti primari di ogni emozione e trovare il punto iniziale dell'esperienza esistenziale, "quel particolare momento che i poeti e i mistici provano con grande intensità" (Giuseppe Panza, James Turrell,

Anna Bernardini, Direttrice Villa Panza, VareseAnna Bernardini, Direttrice Villa
Panza, Varese

Motta Architettura, Milano 1998)".

E ancora: "In altre opere invece gli spettatori sono avvolti all'interno dello spazio espositivo e al tempo stesso percepiscono la forte tensione interiore che scaturisce dall'installazione caratterizzata da una intensa capacità immersiva, fisica, sensoriale e ultrasensoriale. Questa duplice caratteristica si può cogliere in modo profondo e ugualmente variabile in relazione ad alcune opere e ai site specific di Villa Panza quali il Varese Room di Maria Nordman del 1976, il Varese Sky di James Turrell, l'Aerosplane di Michael Brewster del 1993, il Monument for Those Who Have Been Killed in Ambush del 1966 o L'Ultraviolet Fluorescent Light Room del 1968 di Dan Flavin dove il visitatore sente di essere chiamato a fare una scelta: condividere o rifiutare le sensazioni avvolgenti e sconvolgenti provocate da queste "immersioni". La cultura filosofica, le scienze, la tecnologia sono altri temi al centro della ricerca di Bill Viola e ugualmente evocati in molte delle opere presenti a Villa Panza e nello spirito di chi questa collezione l'ha creata".

Per poi concludere: "Anche il tema iconografico della natura viene proposto in quest'occasione grazie alla presenza dell'installazione The Darker Side of Dawn del 2005 esposta al primo piano della villa come una sorta di eco al meraviglioso parco e alla sua antichissima quercia: un'opera della natura a sua volta trasformata in opera d'arte".