Apre ufficialmente al pubblico il 3 marzo presso la sede della Provincia di Varese l'Esposizione permanente di scultura contemporanea, iniziativa conclusiva del ciclo di mostre "Scultori a Villa Recalcati", che ha visto susseguirsi diversi eventi espositivi dal 2010 al 2012.

La mostra snoda il proprio percorso in parte all'interno della Villa e, per la parte preminente, nel Parco della dimora. 
Sono esposte opere di Nino Cassani, Vittorio Tavernari, Maria Cristina Carlini, Adam Farkas, Vittore Frattini che già avevano realizzato mostre personali presso la Provincia.
A questi autori si aggiungono le sculture di Pietro Coletta, Alex Corno, Alberto Ghinzani, Renato Marino Mazzacurati, Vincent Pirruccio, Emilio Greco, Carlo Zauli, Floriano Bodini e Angelo Frattini, con alcune opere inedite o con pezzi già in possesso della Provincia di Varese.

Ma torniamo al progetto globale che non ha mancato di avere, nel lungo tragitto, battute d'arresto e di fiacca, restrizioni di budget ed inserti inattesi (la mostra di Adam Farkas, che per inciso è stata la meno costosa, si è inserita nel percorso cammin facendo e più per intervento del triumvirato Silvio Monti, Giorgio Robustelli e Antonio Bandirali che per volontà dell'amministrazione provinciale). Ma si sa, in tempi di carestia, non si butta via nulla e tutto torna comodo alla grande e nobile causa della scultura. Varesina, Viggiutese e, perchè no, Ungherese.

Saltato – per restringimento della cinghia economico-finanziaria – l'appuntamento con la scultura di Carlo Zauli, il piano triennale di "Scultori a Villa Recalcati" si è chiuso con la personale di Maria Cristina Carlini.
Un progetto molto vasto, ma forse, ora della fine, scucito e slabbrato nei suoi contorni generali e nei tanti appuntamenti diluiti nel tempo. Ma, ed è questo che più conta, percepito dal grande pubblico in modo altalenante.

Chissà se – ma quì siamo nel campo delle ipotesi e dei periodi ipotetici – organizzati ed ospitati in un museo, le mostre e l'intero progetto, avrebbero potuto essere più frequentati ed accessibili dal pubblico. Magari lasciando un valore aggiunto in fatto di partecipazione, fruizione e condivisione.

Ma la storia -anche quella dell'arte- non si fa con i "ma" e con i "se". Gualdoni, dal canto suo, si dice soddisfatto e felice di aver portato in porto il lavoro nel suo complesso. Oggi, in fondo, va tanto di moda parlare di "progetto dinamico" e di "work in progress". E allora, per ora, godiamoci il parco e le sue sculture.