Una veduta della viaUna veduta della via

Centro nuovo versus borgo antico – Dopo un'estenuante attesa finalmente sembra che abbiano avuto inizio i lavori per la riqualificazione del centro storico di Busto Arsizio. Se molti giubilano per l'avvio del progetto che porterà la città a rinnovare il suo aspetto decadente, soprattutto per quanto riguarda la piazza Vittorio Emanuele II, c'è chi all'arrivo delle ruspe non è così entusiasta. Torna infatti a farsi sentire il giovane architetto Giovanni Ferrario che lo scorso marzo, in vista dell'imminente firma della convenzione per il piano d'intervento, aveva sottoposto la questione della salvaguardia del tessuto urbano più antico, situato nel quadrilatero di via Matteotti, via Solferino, vicolo Mangano e vicolo Mariotti.

Abbattimento in corso – "E' con rammarico che vedo procedere la demolizione di una vasta porzione del centro storico di Busto Arsizio senza che ne venga minimamente studiato l'effettivo valore storico-ambientale e senza alcun tipo di recupero" commenta Ferrario. In particolare l'architetto si riferisce all'antico edificio porticato all'interno di una corte che affaccia su via Solferino e che è ora ben visibile, dopo la rimozione di rovi ed arbusti, anche da vicolo Mariotti.   


La scoperta – La già segnalata colonna quattrocentesca, oggi conservata nella corte di casa Paracchi-Speranza in via Montebello, proviene da un porticato ancora esistente all'interno del secondo cortile di via Solferino, riconoscibile dall'intonaco rosso dei muri, ripetutamente segnalato al Comune da parte degli studiosi locali in

Corte con secondo porticatoCorte con secondo porticato

quanto edificio di valore storico e quindi bene culturale che andrebbe tutelato. Non era invece conosciuta ad oggi la presenza di un secondo fronte porticato sul lato opposto dell'antico fabbricato in oggetto (verso vicolo Mariotti) le cui arcate, attualmente in parte tamponate da finestre e bocche di lupo, risultano tuttavia ben evidenti e chiaramente visibili sulla facciata, dimostrando l'esistenza inconfutabile di un ulteriore porticato.

Testimonianza unica – "Se questo manufatto architettonico venisse adeguatamente studiato potrebbe portare alla scoperta di una tipologia architettonica decisamente insolita (se non unica) per quanto riguarda l'architettura tradizionale del nostro territorio: si tratterebbe, con buona probabilità di un edificio il cui piano inferiore era completamente occupato da portici, tipologia che non trova riscontri nell'architettura conosciuta dell'antico borgo e che sarà purtroppo

Colonna quattrocentescaColonna quattrocentesca

destinata ad una rapida sparizione senza un intervento urgente del Comune di Busto Arsizio e degli Enti di competenza per la sua salvaguardia" dichiara l'architetto.

Tra recupero e cancellazione – Ricordiamo che la Soprintendenza non ha posto alcun vincolo agli edifici interessati, ma ha tuttavia individuato un tessuto urbano che andrebbe tutelato da parte del Comune. Da parte sua l'imprenditore Nervino Del Ben (promotore del piano d'intervento), in risposta alla polemica sollevata lo scorso marzo, ribadiva che il progetto non intende stravolgere l'aspetto esteriore della piazza e delle vie adiacenti e che, ad esempio, l'affresco con l'Annunciazione in via Solferino sarà strappato e recuperato. Certo è che l'edificio oggi in questione, dal doppio fronte porticato, sulla carta è ufficialmente destinato alla demolizione: la scoperta di questa tipologia architettonica potrebbe dunque non godere neppure della possibilità di essere adeguatamente studiata ed approfondita. E così resterà un pezzo di storia rinvenuto dalle macerie e alle macerie restituito.