Velasco Vitali è stato il protagonista della serata dal titolo Porto l’arte in piazza che si è tenuta presso la Sala Pagani di Palazzo Leone da Perego. L’artista ha conversato con Giovanna Palamidese, curatrice della mostra Il dialogo infinito con la natura e con Flavio Arensi, curatore del Calendario dell’Avvento e consulente per il Comune di Legnano, colui che ha portato Rodin a Legnano nel 2010.

Da quella che è stata una chiacchierata informale è emerso il debito di Vitali nei confronti di Giovanni Testori, che ha frequentato per dieci anni, e di Ennio Morlotti, suo maestro. Non a caso Giovanna Palamidese incalza l’artista di Bellano chiedendogli come si sia posto in rapporto alla tradizione pittorica lombarda e quale sia il senso della pittura di Morlotti.  Velasco si è dovuto allontanare in passato dal naturalismo lombardo perché si sentiva condizionato, quasi irretito, da Morlotti e cercava di sviluppare la propria cifra stilistica. A Morlotti, comunque, l’artista deve molto: lo ha spinto a guardare Cézanne e a sforzarsi di capire la natura.
Secondo Vitali sia Cézanne che Morlotti hanno avuto un atteggiamento mentale nel fare artistico, nel senso che hanno praticato la pittura per non risolverla. La natura è per Velasco una vera e propria compagna di strada.

In questo confronto dialettico emerge da un lato che gli artisti devono dare un sostegno a chi guarda, essere uno specchio del pubblico, dall’altro che l’arte deve essere portata in piazza per poterne essere contaminati. Vitali sostiene che siamo sempre dipendenti dalle immagini e ricorda il pensiero di Peter Greenaway, con cui ha curato la mostra dedicata al padre Gianfranco Vitali: l’immagine visiva arriva prima del logos.

Flavio Arensi anticipa anche che gli originali realizzati da Velasco per il Calendario dell’Avvento saranno presto in mostra a Palazzo Leone da Perego. Sarà interessante vedere come dialogheranno con lo spazio museale.

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Eleonora Manzo