Copertina Frenologia della VanitasCopertina Frenologia della Vanitas

Temuto ed esorcizzato, quello della morte è un tema centrale nell'immaginario individuale e collettivo. L'iconografia e i simboli che lo accompagnano si sono insinuati in diversi ambiti della cultura orientale e occidentale, dando vita, nel campo delle arti visive, alle opere più eccentriche e disparate. Impossibile raccogliere tutte le immagini sparse per il mondo, o comunque elencare tutti gli artisti che, in un modo o nell'altro, sono rimasti affascinati dalla "Nera signora", ma un notevole e interessante compendio si ritrova nel nuovo libro "Frenologia della Vanitas" del critico d'arte Alberto Zanchetta. Un incredibile sunto della storia del teschio nell'arte, dalla preistoria ai nostri giorni, che sottolinea come questa effige abbia inevitabilmente modificato la propria simbologia sociale nell'avvicendarsi dei secoli, passando da semplice simbolo funebre a icona (spesso kitsch) della volubile moda contemporanea.

Cinquantacinque capitoli per quattrocentosedici pagine, ricche di contenuti e immagini, prendono in esame oltre un centinaio di artisti tra cui Adami, Abramovic, Baechler, Barceló, Basquiat, Bertozzi&Casoni, Cézanne, Jake e Dinos Chapman, Cucchi, Dalí, De Dominicis, Dine, Dix, Dokoupil, Ensor, Fabre, Galliani, Gligorov, Guercino, Hirst, Holbein, Huang Yan, Kahlo, Klimt, Kollwitz, Longobardi, Lupertz, Lűthi, Mapplethorpe, Michals, Munch, O'Keefe, Orozco, Oursler, Picasso, Quinn, Raynaud, Richter, Rops, Swallow, Van Oost, Warhol, Witkin, Zhang Huan, etc. Un universo mortifero fatto di ossa e teschi, come quello ammonitorio di Kris Martin, riprodotto sul fronte della copertina. L'artista belga, che ha scelto di riflettere e interrogarsi sui principali dilemmi esistenziali, nell'opera Still Alive (2005) presenta una riproduzione in scala 1:1 del proprio cranio. Emblematica, e certamente paradigmatica, questa scultura sottolinea il sentimento di disillusa ironia che accompagna il senso di caducità della vita. L'invito è quello di non perdere questo straordinario saggio che esplora il topos più frequentato dall'uomo, costringendoci a guardare in faccia la realtà e a riflettere sui fini ultimi dell'esistenza.

Alberto Zanchetta è critico d'arte e curatore indipendente. Dal 2007 insegna Storia dell'Arte alla LABA di Brescia. Nel 2006 ha pubblicato il pamphlet Antologia del Misogino e nel 2007 il saggio Humpty Dumpty Encomion. Scrive per le riviste Flash Art, Arte e Critica, Espoarte e Exibart. Ha curato e presentato oltre duecento mostre, collaborando con enti pubblici tra cui la Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia, la Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea di San Marino, la Galleria Nazionale di Belle Arti di Sofia, il MAN di Nuoro, il Museo d'Arte Contemporanea Villa Croce di Genova, il Museo d'Arte Contemporanea di Gibellina, il Museo Archeologico di Bologna, il Foro Boario e la Galleria Civica di Modena, il Centro Candiani e la Galleria Contemporanea di Mestre.


Frenologia della Vanitas
Il teschio nelle arti visive

Autore: Alberto Zanchetta
Editore: Johan & Levi
Pagine: 416
Prezzo: € 33,00