Milano – Ventuno immagini chiedono, a chi le guarda, di soffermarsi a osservarle. Con calma e pazienza, qualità che mettono quasi a disagio l’uomo contemporaneo, sempre più divorato dal culto della velocità e intossicato da paure e stereotipi che stringono la mente allontanandolo da ogni possibilità di riscoperta interiore… Sono le opere di Arianna Sanesi raccolte nella personale dal titolo “Una pazienza selvaggia” allestita al Red Lab Gallery.

Il titolo della mostra, è l’incipit della poesia “Integrità” di Adrienne Rich, saggista americana contemporanea alla quale la Sanesi si è ispirata per realizzare questa raccolta di immagini. Scrive la curatrice Giovana Gammarota -“… L’artista ha affrontato il tema di tornare interi, con fatica, ma anche attraverso qualcosa che ci spinge a ricomporci [l’istinto selvaggio] dopo essersi sparpagliati durante il cammino”.

L’artista, attraverso il suo lavoro, invia un chiaro messaggio: “ritrovare in noi stessi la capacità di guardare al nostro inconscio, alla nostra parte istintiva più arcaica, per lasciare che l’anima ritorni a prevalere.” Così invita i visitatori a scavare dentro le proprie storie profonde, ad andare oltre e a rendere visibile ciò che non lo è o semplicemente ciò che manca, grazie proprio a quella “pazienza selvaggia” intesa come la parte primordiale, creativa e autentica che si trova in tutti noi, condizione necessaria per “ricostruirsi” e accedere alla propria integrità.  Gli scatti richiamano alla solennità e alla sontuosità della natura che ci circonda e che è dentro di noi; immagini che per essere accolte e abbracciate richiedono la predisposizione assoluta della nostra mente di mettersi al servizio della nostra anima e delle nostre emozioni.

In mostra, il lavoro della Sanesi, è una sequenza di immagini proposto sotto forma di trittici. “Il tre – precisa la curatrice – è un numero che suggerisce un “passaggio”: una trasformazione. Si parte da un punto, si staziona in un altro, per poi proseguire oltre […] Ogni gruppo di immagini è dunque percorso da un filo conduttore che diviene espressione del “passaggio”. Si entra e si esce incedendo in un flusso che a poco a poco ci trasforma; si parte e si arriva per poi ripartire ancora poiché fermarsi non è contemplato”.

Quello che l’artista intende chiedere  a chi osserva è la capacità di far risorgere quell’istintività innata in ognuno e che normalmente viene soffocata; quella parte selvaggia che aiuta l’essere umano a non rimanere bloccato, spento, “domato”. Come fanno i lupi, che sanno attendere e osservare, ma soprattutto sanno agire seguendo il proprio istinto, perché è la loro natura. Vivono: in libertà e indipendenza. Nello stesso modo l’uomo deve riuscire a liberarsi dalle immense paure e dai vuoti emotivi che lo soffocano, per riappropriarsi della parte istintuale, la sola che può aiutare l’individuo a riconnettersi con la propria identità, rendendola di nuovo unica e libera.

La mostra, allestita in Via Solari 46, sarà visitabile sino al 30 ottobre con i seguenti orari: da lunedì a sabato 15-18.30; sabato mattina solo su appuntamento: info@redlabgallery.com.

L’artista

Arianna Sanesi vive e lavora a Parigi. Dopo la Laurea magistrale in Storia della Fotografia conseguito all’università di Bologna, ha frequentato CFP Bauer a Milano e lavorato per diverso tempo come assistente di Ferdinando Scianna. Nel 2013 frequenta il corso avanzato di narrazione visiva Danish School of Media and Journalism di Aarhus (DK). Il progetto finale, “Dispersal”, diventa un libro riconosciuto a livello nazionale e internazionale. Nel 2015 riceve una borsa di studio dal Festival in Baie de Saint Brieuc per creare un progetto sui femminicidi in Italia, che verrà esposto durante il Festival.

Attualmente dedica tutto il suo tempo alla narrazione visiva, concentrando la sua attenzione su questioni sociali e culturali. Lavora su diversi progetti personali e, con l’artista Francesca Loprieno, sul progetto “L’esprit de l’escalier”, una piattaforma per progetti fotografici, pedagogici ed  editoriali.

E.F.