Risalgono al V-VI secolo le origini del Monastero di Cairate, quando una nobildonna longobarda, Manigunda, guarita miracolosamente dalla malattia che l’affliggeva per aver bevuto alla fonte di Bergoro (paese confinante con Cairate), decise di fondare il complesso monastico – dedicato a Santa Maria Assunta – come atto di ringraziamento.

L’iniziativa della Pro Loco di Cairate e del Team H.H.M.T. (Associazione di Ricercatori del Paranormale) prevista per Sabato 8 Luglio dalle ore 21.00 è una divertente e spaventosa occasione non solo per approcciarsi a un mondo ‘nuovo’, ma anche per visitare lo splendido Monastero di Cairate.
Sorto sui resti di un vicus di età romana, nato come necropoli tardoantica, il complesso monastico di Cairate conserva tra le sue mura il leggendario “sarcofago di Manigunda”, la regina longobarda, nipote del re Liutprando.
Col passare degli anni il monastero si ingrandì, comprendendo sempre più terreni, mulini, ostelli; pellegrini e viandanti si fermavano in gran numero a riposarvi. Tra gli ospiti più illustri del monastero ci fu anche Federico Barbarossa che trascorse lì una notte prima della Battaglia di Legnano.
Fu solo dopo il Concilio di Trento che il sarcofago di Manigunda venne alla luce. Scoperchiato rivelò il corpo della principessa, dalle lunghe trecce e dai ricchi vestiti. Nessuno però la riconobbe e così fu sepolta insieme ad altri corpi e il suo sarcofago smembrato e riutilizzato.
Un irrispettoso sacrilegio che fece infuriare la principessa, che tornò dal mondo dell’aldilà per tormentare la pace del monastero.
Voci e passetti si odono nelle grandi sale rimbombanti, lunghe trecce e svolazzanti abiti svaniscono al di là degli spessi muri, un diadema sembra riflettersi negli specchi e un cane bianco scodinzola dietro un’elegante figura.
Di sera nel chiostro si ha l’impressione di essere osservati…
 

Redazione