Copertina della rivista "La Cava"Copertina della rivista "La Cava"

Ormai da diversi anni a dicembre a Malnate viene presentato il volume dell'Ars, dedicato alla storia di Malnate fra passato e presente. Taglio antiquario, un po' nostalgico, anche quest'anno il periodico, edito da Macchione Editore porta all'attenzione del lettore personaggi e istituzioni malnatesi. In più, ricorrendo il 150esimo dall'unità d'Italia, il volume si apre con la trascrizione di un documento del 1874 donato dall'architetto Prevosti al Comune di Malnate che ricorda tutti i volontari malnatesi che parteciparono alle guerre di indipendenza italiane.

Testi antichi.
Maurizio Ampollini riporta il lettore alla Malnate del XVIII secolo, presentando un manoscritto che elenca i beni dell'Ospedale Maggiore nel territorio malnatese nel 1792: ben 195 proprietà fra terreni ed immobili. Di ciascuno di questi si descrivono, proprio come in un catasto, le piante presenti, le coltivazioni, fra cui si distingue la vite. Compaiono anche i nomi delle famiglie affittuarie, alcune delle quali ancora oggi esistono.

Una istituzione di Malnate: l'asilo Umberto Primo.
Nel suo centoventesimo anniversario ampio spazio trova nel volume l'asilo infantile Umberto I, di cui è ricostruita la storia attraverso la lettura dei documenti d'archivio: scopriamo così i problemi, soprattutto di natura economica, che caratterizzarono i primi decenni di vita dell'istituzione, l'avvicendamento di educatrici e direttrici. L'autrice dell'articolo, M. Della Bosca, coglie l'occasione per una interessante digressione sulla nascita in Italia degli asili, nati con funzione assistenziale per i bambini di famiglie povere, divenuti poi giardini dell'infanzia.

Personaggi storici di Malnate: uomo di fede…
Sono tre i malnatesi di nascita o adozione presentati nel volume della cava. Il primo è Don Carlo Maesani, parroco di Malnate dal 1886 al 1909, anno della morte. Nato a Milano, studioso di filosofia, appena ordinato sacerdote nel 1856 viene inviato a Malnate come coadiutore. È ricordato come patriota e si ricorda un aneddoto che lo vede protagonista. Nel 1859 durante la Seconda guerra di indipendenza, a Cagno don Maesani incontrò una colonna dell'esercito austriaco in movimento verso Varese, che gli chiese indicazioni sulla strada più veloce: da bravo patriota rispose indicando la via per Rodero. Figura spirituale di grande spessore seguì le vocazioni di diversi sacerdoti malnatesi, come don Carlo Sonzini e don Mario Mentasti.

Uomini di guerra.
Gli altri due malnatesi presentati nel volume sono Carlo Bernasconi e Emilio Macazzola, ai quali sono dedicate due vie del paese. Il primo, Carlo, fu un giovane soldato, classe 1890, di professione pavimentatore, che partì per la guerra di Libia a venti anni. Qui morì pochi giorni dopo l'arrivo, in seguito alle ferite riportate nella battaglia del 26 ottobre 1911, nella quale tuttavia si segnalò per aver rubato la bandiera nemica. Emilio, invece, dopo l'armistizio del 1943 fu internato nei campi di lavoro in Svizzera: qui decise di scappare per unirsi alle brigate della Val d'Ossola, ma scoperto durante la fuga fu fucilato.

Il museo Realini di Malnate e dintorni.
Un articolo ripercorre le tappe della vita del museo Realini di Malnate, impreziosito da fossili e minerali, presente sul territorio dal 1979, riconosciuto dalla Regione Lombardia nel 2004. Il museo fra l'altro si segnala per la sezione psammofila, cioè la collezione di campioni di sabbia, unica in Italia. Ma il museo nasce soprattutto grazie all'apporto dato dalle persone. Fra queste tre personaggi di spicco: Mario Realini, scopritore della Emiliomya malnatensis, Mario Bertolone, archeologo di grande fama, la cui biblioteca è confluita al museo di Malnate e Ambrogio Malnati, lapidario di Malnate, esperto nella lavorazione di gemme. Ma anche donatori moderni, che giorno dopo giorno contribuiscono alla vita dell'istituzione stessa.

Le rubriche.
Chiudono il volume le rubriche curate da Enrica Gamberini e Giuseppe Maresca dedicate agli eventi, alle cronache cittadine di Malnate di cento anni fa, del 1911 e dell'anno appena trascorso, il 2010. Per ricordare i Malnatesi del passato e del presente.