
Inoltre il munifico gesto di Mirella Vivante Bernasconi di donare la tela del Cristo deriso alla stessa Pinacoteca, ha invogliato ulteriormente la direttrice, Mariangela Agliati Ruggia, che assieme al duo di professori Giovanni Agosti e Jacopo Stoppa, hanno costruito una mostra dossier precisa e lineare, non un "DA Serodine A….", né un "ATTORNO A… ": semplicemente "Serodine nel Ticino".

Serodine, un nome che in Italia farebbe strabuzzare gli occhi, nonostante sia stato il più importante storico dell'arte del Novecento, Roberto Longhi, a definirlo "non soltanto il piú forte pittore del Canton Ticino, ma uno dei maggiori di tutto il Seicento italiano ". Un nome che persino persone di alta cultura in Italia sbagliano a pronunciare: Serodìne, si sente, o anche all'americana Serodyne. "Non ha avuto una vita bohémien drammatica – spiega Giovanni Agosti – è stato semplicemente un grande pittore. Probabilmente tutto questo oggi non basta per riuscire a forare l'opacità dell'indifferenza diffusa".

Esposti i caposaldi del pittore, accanto ad altri dipinti che talvolta lasciano ancora in parte aperta la discussione tra gli studiosi sulla paternità. Diverse le novità. Il Ritratto di giovane disegnatore, per esempio, proveniente dalla collezione romana del Marchese Del Carpio, nel XVIII secolo era creduto di Bernini. Anche la stessa pala dei Mercedari, conservata alla Zust, si è scoperto che a inizio Novecento viene esposta al Prado come opera di Francisco de Zurbaràn.
Anche questa volta i curatori, Giovanni Agosti e Jacopo Stoppa, sono stati all'altezza delle aspettative, portando avanti con entusiasmo e serietà la ricerca, partendo dai dati oggettivi, facendo parlare le fonti, recuperando antiche datazioni, i rapporti di restauro e la bibliografia più antica, hanno setacciato la pubblicistica.

Una particolarità: il catalogo ha curiosamente una doppia copertina, a scelta di chi lo acquista. Una vede il primo piano di San Paolo, che punta il dito sul nome "Serodine", l'altra è un dettaglio elegantissimo tratto sempre dalla pala di Ascona, un particolare paesaggistico, il delta del Maggia che sfocia nel lago Maggiore, che stempera l'impressione che si serba negli occhi al termine dalla mostra, una sensazione bruciante che solo una "capsula di dinamite gettata in un fornello" può dare.
Info.
Serodine nel Ticino
Fino al 4 ottobre 2015
Pinacoteca cantonale Giovanni Züst Rancate (Mendrisio)
Orari: Chiuso il lunedì. Festivi aperto
maggio e giugno: 9-12 / 14-17
luglio e agosto: 14-18
settembre e ottobre: 10-12 / 14-18
VISITA GUIDATA: SABATO 27 GIUGNO 2015, ORE 15.30
ISCRIZIONE OBBLIGATORIA: 091 816 47 91; decs-pinacoteca.zuest@ti.ch
CHF 12.- (INGRESSO + VISITA)