La Conversione di Saulo, Collezione OdescalchiLa Conversione di Saulo,
Collezione Odescalchi

Milano raddoppia – E lo fa secondo la logica vincente dell'esposizione di un singolo capolavoro. Già a settembre, infatti, l'Ambrosiana aveva firmato l'iniziativa "Vivide nature morte", che aveva visto l'accoppiata della "Canestra" del Caravaggio e della "Fiasca fiorita", proveniente da Forlì. A pochi giorni di distanza e a pochi metri dall'Ambrosiana, nella Sala Alessi di Palazzo Marino, sarà possibile ammirare (fino al 14 dicembre) "La Conversione di Saulo" della collezione privata Odescalchi.

La Canestra nel mirino – L'iniziativa firmata dall'Ambrosiana, sostenuta da Marco Navoni e Antonio Paolucci, ha tentato di trovare una "degna compagna" per la celebre natura morta del Caravaggio, destinata a rimanere isolata nella sua perfezione incomparabile. Quando infatti Federico Borromeo, acquisì questo dipinto per la sua Pinacoteca, confessò di aver cercato invano un'altra opera da metterle accanto, senza riuscire a trovarne una che potesse reggere al confronto. A quasi quattro secoli di distanza, l'Ambrosiana ha provato ad esaudire il desiderio del Cardinale e così fino al 9 novembre è stato possibile ammirare, nella Sala del Cartone di Raffaello, l'opera del Caravaggio accostata ad un'altra natura morta che, se non ne eguaglia la perfezione, ad essa però si avvicina: si tratta della celebre Fiasca Fiorita (proveniente dai Musei di San Domenico di Forlì), già attribuita a Guido Cagnacci e comunque, a detta degli esperti, di ambito caravaggesco.

La Conversione di Saulo, S. Maria del Popolo, Cappella CerasiLa Conversione di Saulo,
 Cappella Cerasi

La Conversione – Ora, la sede della Giunta e del Consiglio comunali milanesi ospita un altro capolavoro: "La Conversione di Saulo" della collezione Odescalchi. L'opera, datata al 1601 e recentemente restaurata, è un quadro eccezionale perché l'unico di dimensioni rilevanti su tavola (sette assi in cipresso incollate orizzontalmente). Fotografie, radiografie e l'analisi al carbonio 14 sono state propedeutiche alla riscoperta dell'opera, che il restauro ha liberata dalla grossa e grassa patina superficiale che appiattiva i piani prospettici. Assicurato per circa 60 milioni di euro, grazie alla sponsorizzazione dell'Eni, il dipinto torna, dopo quasi sessant'anni, a Milano. Fu esposto infatti alla storica rassegna di Palazzo Reale, del 1951, firmata da Roberto Longhi.

Sulla scia del dibattito – Il soggetto iconografico è il medesimo della celebre tela conservata nella Cappella Cerasi della basilica di Santa Maria del Popolo a Roma e ne costituisce la prima versione, poi rifiutata. Davvero complessa (come molti altri capolavori del Merisi) risulta la vicenda di questo dipinto che, dopo non poche peripezie, sbarcò in Spagna, poi a Genova ed infine nella collezione Odescalchi a Roma. Nessuno ormai più dubita che sia un'opera del Caravaggio, ma quando Argan la pubblicò nel 1943, tanti studiosi si rifiutarono di accettarla come tale, tanto essa appare lontana e diversa dalla seconda versione. Poi, abbastanza rapidamente, si ricredettero, ma rimanevano forti dubbi di ordine cronologico. Com'era possibile che in così poco tempo l'artista avesse potuto concepire ed eseguire due versioni così estranee l'una all'altra?

La Cattura di Cristo, Dublino, The National Gallery of IrelandLa Cattura di Cristo, Dublino,
The National Gallery of Ireland

Datemi un quadro e vi farò una mostra – Ma torniamo ai nostri giorni. Nel capoluogo lombardo, vince ancora, o meglio stravince, la carta che vede esposto un solo capolavoro. Una sorta di "testa di ponte" che per importanza e notorietà del suo autore è in grado di 'far mostra a sé'. "Troppe opere – ebbe a scrivere Umberto Eco nel 2003 – tutte fatalmente fuori contesto, affaticano l'occhio e la mente" e aggiungeva che, al contrario, un tragitto che conduca il visitatore 'dentro' una sola opera fa di questa visita, un'esperienza memorabile. Il titolo del suo articolo era, manco a dirlo: "Ho un sogno: vorrei un museo con un'opera sola" che, se è difficilmente applicabile ad un museo, ben si addice ad un'esposizione temporanea che focalizza l'attenzione su un solo capolavoro, magari preceduto da sale introduttive alla cultura del tempo, da confronti con altre opere, da musiche dell'epoca, da analisi delle soluzioni pittoriche. O, per gli amanti dell'essenziale, lasciato campeggiare "in solitaria", esposto alla silente contemplazione dei fruitori.

La Canestra di frutta - Pinac.AmbrosianaLa Canestra di frutta – Pinac.Ambrosiana

Il paradigma – In tempi di richieste di "moratorie delle esposizioni d'arte" e in anni di innumerevoli iniziative del tipo "da Cimabue a Kandinsky", con conseguenti scorpacciate pantagrueliche di dipinti, quella della mostra "col solitario" può costituire una soluzione interessante e fuori dal coro. I sofisticati, la chiameranno opportunamente "joint venture culturale", visto il forte aspetto di fundraising e l'elevato costo dell'assicurazione, sostenibile da pochi, noti mecenati. Del resto, una simile logica, che prevede di organizzare una mostra intorno ad una sola opera, è seguita e perseguita ogni anno, con grande successo, dal Museo Diocesano. Il capolavoro scelto di volta in volta si distingue per alcune caratteristiche: non proviene dai consueti itinerari turistici e non è fruibile di frequente (magari, perché in collezione privata). Così, al Museo Diocesano, dopo la "Deposizione" del Caravaggio della Vaticana, è stata la volta (2002) dell' "Ecce Homo" di Antonello da Messina proveniente dal Collegio Alberoni di Piacenza; dell' "Annunciazione" del Beccafumi, che si trova nella chiesa parrocchiale di Sarteano (Siena); della "Cattura di Cristo" del Caravaggio, conservata a Dublino (opera che si credeva perduta e che è stata ritrovata una decina di anni fa). L'anno dopo, è stata la volta della "Sacra Famiglia con Sant'Elisabetta e San Giovannino" di Mantegna, conservata in Texas e nel 2007, è stata esposta l' "Annunciata" di Antonello da Messina. Anche Varese, come è noto, ha percorso di recente la stessa strada, con il Caravaggio proposto a Villa Mirabello. In un contesto di fundraising, di eco mediatica e di ritorno di pubblico purtroppo differenti.

La "Conversione di Saulo" di Caravaggio
In esposizione fino al 14 dicembre 2008
Sala Alessi di Palazzo Marino –
Piazza della Scala – Milano
ingresso gratuito
Orario: tutti i giorni 9.30-19,30 (giovedì fino alle 22.30)
Catalogo Skira.
Info: 02. 6597979