Busto Arsizio – A volte per catturare l’attenzione del pubblico nei confronti di un evento culturale si escogita la formula del titolo eclatante a mo di specchietto per le allodole.

Nel caso della mostra in corso presso la Galleria Palmieri è stato sufficiente, data la levatura degli artisti proposti, elencare semplicemente i loro cognomi: “Olivieri Raciti Vago”.

Come esemplarmente scritto nel testo in catalogo da Luca Pietro Nicoletti, i tre artisti hanno vissuto nella Milano degli anni ’50 e ’60 i fermenti culturali la cui rilevanza concettuale pervase anche i decenni successivi.

Aristotele affermava: “Ciò che guadagniamo in estensione perdiamo in profondità”.

La profondità espressa nelle opere dei tre artisti compie percorrenze estreme, la cui comprensione necessita di attente indagini percettive.

La pittura di Raciti anima alitanti brezze dove più scenari si intrecciano, si fondono, pencolano dando vita a colorifiche volatilità quasi fossero fantasmi mossi da giocose irriverenze verso il mondo reale.

Nell’infinito di Valentino Vago nulla appare statico, le dinamiche cromatiche promuovo andamenti mossi da delicate incursioni formali tali da portare ad una lirica indefinibilità che tende ad evadere dall’ampiezza della superficie piana.

Non a caso alcune opere di Olivieri vengono distinte dall’autore con didascalie “Senza titolo”.

Al limite dell’introspezione psicanalitica, la pittura dell’artista romano ma milanese d’adozione,pare ansimare inquietudini esistenziali, si va oltre il pensiero analitico per calarsi nelle profondità meno svelate che ogni essere umano annida dentro di sé.

 

“Olivieri Raciti Vago” – Galleria Palmieri, Via G: Mameli 24, Fino al 13 aprile. Orario: martedì – sabato 15,30-19,30

 

Mauro Bianchini