Milano – Se tra cento e più anni un archeologo scavasse tra le rovine di questo secolo, probabilmente porterebbe alla luce frammenti post industriali e scheletri di architetture sopravvissute ad una urbanistica disarticolata, il tutto negando qualsiasi forma di assorbimento da parte della natura.

Paolo Canevari (Roma 1963) nella personale in alla Galleria Christian Stein a Milano mette in atto una ellissi temporale che dal passato porta ai giorni nostri ponendo come unità di misura l’oggettività della materia.

Le cadenze del consumismo e dell’industrializzazione passano attraverso composizioni che vedono accostato olio combustibile esausto, quale idea di sfinimento estremo, pneumatici usurati da un continuo ruotare su se stessi e sintesi di sfruttamento capitalistico unito al legno, ultimo baluardo di perduta aritigianalità.

Folate di nero fumo limitate da cornici barocche, dicono di un respiro cupo e ansimante in elevazione verso la parte estrema della superficie.

Non di sola appartenenza a un eco sistema malato ma anche intimo affanno umano.

Oltre, forse, un altrove dove sia possibile una nuova alba.

Sfera (2005) posta al centro dello spazio espositivo al di là della denuncia socio-industriale, racchiude nella sua essenza il secolare equilibrio tra la totalità terrestre e la spazialità dell’universo.

Mauro Bianchini

Paolo Canevari – Milano – Galleria Christian Stein, corso Monforte 23. Fino al 31 gennaio 2026. Orari: da lunedì a venerdì 10-19. Sabato 10-13/15-19