Barasso – B-Art riunisce negli spazi affascinanti della ex Pipe Rossi, gli artisti e artigiani che hanno gli studi-laboratori, le cosiddette Officine Creative, dentro la struttura stessa riportata a nuova vita e valorizzata grazie alla propria attività e creatività. In questa operazione di recupero della storia, del territorio e dell’identità del luogo sono stati coinvolti anche artisti “esterni”, 50 protagonisti che per 2 giorni mostreranno il dietro le quinte della migliore produzione locale.

La manifestazione, promossa da Comune e  Pro-loco di Barasso, prevede una mostra-mercato,spettacoli, laboratori, visita agli ateliers e combina intrattenimento e approfondimento, attività commerciali ed esperienza culturale.

Ma è proprio la visita alle Officine Creative che rivela un mondo sommerso e poco conosciuto che emerge grazie alla passione e alla voglia di raccontarla dei protagonisti. Attraverso scale e corridoi raggiungiamo lo studio del pittore Samuele Arcangioli, che si racconta: “Il mio lavoro è incentrato sugli sguardi: lo scambio di sguardi tra uomo e animale.  Tra gli animali preferisco i predatori che hanno molte sfaccettature e prestarsi bene a questo scambio di ruoli: possono essere animali con sguardi umani o umani con sguardi animali. Preferisco il legno che mi aiuta con le venature a cercare una forma e a dare una tridimensionalità al soggetto e mi poi piace il lavoro già fatto della natura su cui innestare il mio lavoro per fonderlo perfettamente. C’è sempre una lotta: a volte prevale il mio segno, a volte ritorna fuori la venatura. Lavoro molto con la tecnica mista e con l’olio che è importantissimo per legare qualsiasi tipo di pigmento. La materia pittorica è pochissima rispetto a all’olio in modo che rimanga sempre la trasparenza”.

Poco vicino incontriamo Raffaele Penna che nel suo percorso artistico utilizza prevalentemente materiale di recupero in un processo di frantumazione e trasformazione della materia attraverso l’uso di diversi supporti e materiali: tela, compensato, feltro, gomma piuma, reti di materassi e anche carta catramata per dare l’idea di uno stormo di rondini che emerge in superficie, ruggine in accoppiata a lino colorato di bianco,  rame per realizzare nidi. Oltre a colori differenti su cui in alcuni casi prevale il bianco e nero o il blu.

Ilaria Biasoli è invece una decoratrice su vari supporti: dai mobili a finiture decorative sui muri.  Racconta: Collaboro sia con privati che con professionisti.  Per quanto riguarda la decorazione murale con il cliente si decide l’intervento da fare: si lavora prima sul bozzetto e sulle prove colore in modo da arrivare più o meno al decoro definitivo e poi si parte con con la realizzazione direttamente su muro e a volte si tratta anche di restauri conservativi”.

Al piano terra ci viene incontro Cristina Pennati che esordisce: Lavoro qui dal 2000, sono una veterana di questo posto! I miei lavori sono un  recupero di memoria” sia per i supporti su cui sono su cui sono realizzati sia per quanto riguarda i collage. Mi occupo di decorazione e progettazione di interni e insegno educazione ambientale per la Comunità Montana nelle scuole dalle materne alle medie: c’è una parte teorica e una parte di laboratorio in cui si fa la carta,  i colori con i pigmenti naturali si lavora il legno”.

Ma tornando a B-Art, Jessica F. Silvani, curatrice, ideatrice e comunicatrice dell’iniziativa, ci spiega di che cosa si tratta, e ci racconta la genesi e il futuro: Officine creative è un gruppo di artisti che ha il proprio studio nel complesso della ex fabbrica delle Pipe Rossi a Barasso: ci sono già delle connessioni tra alcuni artisti che portano avanti dei progetti insieme e con cadenza più o meno ampia, diciamo una volta all’anno, hanno l’abitudine di fare una mostra in questi spazi in maniera non strutturata. L’anno scorso il Comune decide di organizzare una manifestazione legata all’artigianato pensando di portare qui gli artigiani. Partendo dall’idea iniziale si è coinvolto prima di tutto gli artisti che già qui lavorano per valorizzare la ricchezza di questo luogo quindi si è deciso di portare degli esterni per allargare un po’ il tipo di esperienza e contemporaneamente, grazie a questa manifestazione,  per far conoscere questo luogo. Aprirlo, per poter far visitare quelle realtà, quegli ateliers che già ci sono e che offrono secondo me un’esperienza artistica incantevole che è già di per sé entrare e sentirsi raccontare dai dai vari artisti o artigiani come vengono realizzate le loro opere. Il contesto è un unicum a Varese ed è anche poco conosciuto e quindi è anche abbastanza complicato raccontarlo perché se non lo vedi non riesci a farti un’idea. Quest’anno presentiamo una proposta composita perché ci saranno questi studi aperti e perché parteciperanno 14 artigiani che vengono dal territorio.

L’idea di fondo è proprio quella in qualche modo di smarcarsi da un lungo periodo culturale in cui anche il Bello era in un certo senso  un po’ standardizzato e rispondente a un cliché mentre, secondo me, c’è anche tutto un altro modo di fare arte “meno consumistico” e attento ai materiali di recupero. Il sottotitolo dietro le quinte della creatività, è efficace perché comunque proprio il fatto di non trovarsi di fronte ad un oggetto finito ma di vedere dove e come questo oggetto sia nato e magari da dove arrivava prima, si lega anche alla tradizione del luogo.

Questo posto era la fabbrica delle pipe Rossi che ha inglobato una filanda preesistente dei primi dell’800. Nel 1886 Ferdinando Rossi di Milano, commerciante di pipe, cerca un luogo dove poter avviare la propria manifattura e sceglie proprio questo posto. Nel primo ‘900 amplia gli edifici esistenti e di fatto comincia un percorso di grandissimo successo. C’è una scritta del 1906 che recita “Esposizione Universale di Milano e Premio della giuria – Pipe Rossi” che già negli anni ’20 diventa la più grande fabbrica in Europa con 800 dipendenti. Ci sono anche delle foto che mostrano alcune macchine per la lavorazione che verranno esposte. Ci sarà una mostra-mercato, un’area spettacoli, e 6 produttori del territorio di pipe in qualche modo legate alla produzione Rossi. Bisogna ricordare che gli abitanti della zona, nel periodo di massima espansione della fabbrica, si portavano il lavoro a casa e quindi l’azienda era veramente il cuore economico del territorio arrivando a produrre anche 50.000 pipe al giorno e che l’ufficio postale di Barasso è stato aperto proprio per smistare il materiale prodotto dalla Rossi. La fabbrica è stata gestita da tre generazioni: Ferdinando che l’ha fondata, Leonida che negli anni ’20-30 ha portato la ditta alla massima espansione, anche in modo illuminato mettendo a disposizione un medico e un asilo per i dipendenti. Dopo la seconda metà del secolo scorso la fabbrica è stata venduta e destinata alla produzione legata alla gomma. Poi i due soci hanno diviso la ditta e affittato gli spazi. La sfida oggi è quella di fare una comunicazione efficace sui laboratori presenti e sulla manifestazione. Anche agli artisti e artigiani stessi bisogna far portare avanti l’idea di una co-gestione di una organizzazione e progettazione comune che è tuttora al vaglio”.

B-Art 2018 – Il dietro le quinte della creatività

OFFICINE CREATIVE

Sabato 15 settembre ore 15-22 – Domenica 16 settembre ore 10-20

via F. Rossi 39/41 21020, Barasso (Va)

Info T 0332 743386 www.facebook.com/BArtBarasso/

Cristina Pesaro