Distinte e all'un tempo contigue, le tele di grandi dimensioni paiono assolvere il compito di quinte teatrali alle nuvole in legno sospese a mezz'aria o adagiate alle pareti quasi a stabilire un controcanto tra la varietà formale delle nubi e la regolarità geometrica delle tele.
Queste ultime realizzate unendo frammenti di giornali, da qui il titolo della mostra "there's tears" dell'artista Latifa Echakhch, nata a El Khnansa in Marocco nel 1974, ma cresciuta in Francia e attualmente residente a Martigny in Svizzera, in corso presso Kaufmann Repetto a Milano.
Frammenti impastati con colori terrigni a formare una superficie mossa da lievi percorrenze materiche, quasi un rimando alla sospensione temporale delle nere nubi, data la loro staticità.
Nelle loro anomale forme figurano sopiti presagi dimenticati, inutili simboli di un corollario scenico scomparso.
Una fra queste, per postura, esige particolare attenzione, poiché ne appare la parte grezza della forma, portando a nobili rimandi quali il retro di croce inclinata ne "Il presepe di Greccio" (1295-1300) presente negli affreschi di Giotto nella Basilica Superiore di Assisi, e con un salto temporale di oltre trecento anni, alla parzialità di un altro dorso di tela, anch'esso inclinato ne "Las Meninas" di Velasquez, nel bel mezzo del 1600.
Info.
Latifa Echakhch – "There's tears"

Milano – Kaufmann Repetto, via di Porta Tenaglia 7
Fino al 15 luglio
Orario: martedì-sabato 11-19,30