Angolo tra via Verdi e via Monte di Pietà negli anni '40, FotoAngolo tra via Verdi e via Monte di
Pietà negli anni '40, Foto Archivio
Storico Intesa Sanpaolo, patr. Cariplo

Così chiamato per il lungo porticato che ne caratterizza la facciata, Palazzo delle Colonne venne edificato tra il 1936 e il 1941 come nuova sede della Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde, essendo la Ca' de Sass, progettata da Giuseppe Balzaretti e aperta al pubblico nel 1872, divenuta ormai inadeguata come spazi e sistemi di sicurezza. La guida, pubblicata da Intesa San Paolo, ripercorre attraverso documenti d'archivio e fonti d'epoca il progetto dalla sua nascita fino ai restauri più recenti attraverso due saggi di Ornella Selvafolta e Nicoletta Colombo, riguardanti rispettivamente la struttura architettonica e l'apparato decorativo.

Un edificio "simbolo del tenace carattere della gente ambrosiana"
. Con queste parole, che non nascondono l'enfasi retorica tipica di quegli anni, un articolo apparso sulla rivista "Città di Milano" descriveva il palazzo da poco inaugurato, sottolineando il valore civile e l'importanza pubblica dell'iniziativa che aveva dotato la città di una struttura al passo con i più avanzati istituti bancari europei. Come analizzato nel saggio di Ornella Selvafolta, che ricostruisce nel dettaglio l'iter costruttivo, il progetto, affidato a Giovanni Greppi e Giovanni Muzio, comprese una lunga fase di studio durante la quale gli architetti si recarono a Parigi, Londra, l'Aja, Amsterdam e Bruxelles per osservare i caveaux degli edifici stranieri e aggiornarsi sui più moderni sistemi di sicurezza. La costruzione fu un'impresa affascinante, di grande

La "Sala Funi", il mosaico della cupola eseguito su disegno diLa "Sala Funi", il mosaico della cupola eseguito su
disegno di Achille Funi, partic. Archivio Beni
storico-artistici Intesa Sanpaolo – Giovanna Silva

impegno ingegneristico, che trovò soluzioni innovative per superare i limiti della falda freatica e della possibile compromissione della stabilità degli edifici circostanti, e un interessante esempio di inserimento del "nuovo" in un tessuto preesistente, grazie alla sensibilità dell'approccio progettuale di Muzio per un rapporto armonico tra architettura e città.

Mosaici e rilievi
. Un palazzo di tale importanza non poteva non prevedere un apparato decorativo di altrettanto rilievo che venne affidato all'affermato pittore Achille Funi e al più giovane scultore Giacomo Manzù, che aveva già collaborato con Muzio per il cantiere dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Nel suo saggio Nicoletta Colombo ricostruisce il contesto artistico della Milano di quegli anni – vivace centro in cui si propugnava, sia a livello teorico sia di realizzazioni, l'unità tra le arti e una stretta collaborazione tra architetti e artisti – per poi introdurci alla storia esecutiva e ai temi iconografici della "grande decorazione" del palazzo. I rilievi del portico e l'orologio dorato del salone al piano terra ideati da Manzù e il mosaico disegnato da Funi per la cupola della sala delle riunioni del quarto piano al di là del loro intrinseco valore artistico, attraverso le loro simbologie, sono infatti tutt'oggi una viva testimonianza dei valori e dei riferimenti culturali di un'epoca.

Ornella Selvafolta, Nicoletta Colombo, Palazzo delle Colonne. Milano, Intesa Sanpaolo, 2010, pp. 47, 12 Euro.