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Seacreative.
Con un nome così il rimando al mare è molto più che diretto, specie se alcuni lavori murali danno vita a personaggi legati alla sfera marinesca, ma Fabrizio, il volto dietro a questa particolare tag, assicura che è soltanto un caso il riferimento, aprendo il nostro incontro ridendoci un po’ su.

“Sea lo si legge all’italiana, sia il suo significato inglese, sia il fatto che io disegni, ogni tanto, personaggi legati a mare e marinai è un puro caso.”

Fabrizio Sarti nasce nel 1977 a Varese, vivendo poco la città e maggiormente la provincia, dove compie studi artistici e si avvicina al mondo del graffitismo negli anni ’90. “Ho iniziato da ragazzino con i graffiti e le bombolette spray” racconta “Ai tempi i muri presi in considerazione erano tutti supporti illegali. Dopo dieci anni ho smesso con gli spray, ma ho continuato a disegnare, arrivando a pubblicizzare il mio sito con stickers sparsi in ogni dove.”

È tramite la cosiddetta Stickers Art, che Sea fa conoscere maggiormente il suo nome ed il suo operato, iniziando ad accantonare le bombolette spray per i pennelli e gli acrilici, una sperimentazione che lo riporterà a contatto con le tecniche che aveva studiato e sperimentato al liceo artistico e gli permetterà di esprimersi maggiormente attraverso gli occhi grandi dei suoi personaggi, capaci di trasmettere le più svariate sensazioni: dalla malinconia alla felicità; dallo stupore alla tranquillità.

“Dopo lo spray sono passato subito ai pennelli, sviluppando così una sorta di tratto fumettoso e pulito, trasportandolo prima sul foglio e poi sul muro. Facendo poi character design, non seguo un particolare stile.”

Se il punto di partenza di Sea, come quello della maggior parte dei writer, sono stati i muri di periferia e delle fabbriche abbandonate, oggi il suo è uno di quei nomi che viene chiamato quando le amministrazioni comunali o le associazioni culturali si muovono per dare colore alle proprie città. I festival della street art, innumerevoli progetti culturali urbani, hanno portato l’artista varesino a viaggiare in tutta Italia, oltra che a Varese e dintorni, e molti dei suoi lavori si possono ammirare, per esempio, a Genova, a Varallo Sesia e ad Ancona.

“C’è una sottile linea tra graffiti e nuovo muralismo. Per fare un muro di stampo illegale devi andare in esplorazione, il tempo è poco e sei sempre sull’attenti durante il lavoro. I festival, invece, danno all’artista l’opportunità di allargarsi e di sperimentare, anche con mezzi meccanici, su muri di notevoli dimensioni, ma se il tempo in questo caso è molto, il difficile per i committenti è trovare i fondi. Ciò che è stato fatto a Varese, per esempio, a livello di arte urbana, lo dobbiamo ai festival e alla disponibilità di alcune persone.”

Parlando poi dei progetti, Sea racconta di avere l’agenda piena: “Sono molti i progetti attivi e quelli da poco terminati. Ho lavorato a delle locandine per il comune di Luino e per un lavoro indetto da Michelin. Per quanto riguarda i progetti murali sto aspettando di partire per Varallo Sesia, dove ho già lavorato qualche anno fa dipingendo il Marcantonio, la maschera principale del loro carnevale. Ora, l’obbiettivo è quello di riunirlo con la Cecca, la sua controparte femminile.” 

Il mondo di SeaCreative è un mondo che racconta tante storie, dando vita ogni giorno ad un personaggio diverso con uno sguardo mite, capace di dire tutto o niente in quel mondo frenetico della quotidianità urbana.

 

Ileana Trovarelli

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“Sguardo sull’Arte Urbana”: sei artisti per la Street Art https://www.artevarese.com/sguardo-sullarte-urbana-sei-artisti-per-la-street-art/ https://www.artevarese.com/sguardo-sullarte-urbana-sei-artisti-per-la-street-art/#respond Sun, 24 Jun 2018 09:33:43 +0000 https://www.artevarese.com/?p=45735 “Spazio ai giovani e alle nuove forme d’arte in questo piccolo spazio che è stato chiuso per settant’anni” inizia con queste parole l’inaugurazione della mostra Sguardo sull’arte urbana, allestita al Teatro Soms di Caldana,  sede della società operaia del mutuo soccorso. La mostra  sulla street art è visitabile il sabato dalle 15.30 alle 17.30, dal […]

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“Spazio ai giovani e alle nuove forme d’arte in questo piccolo spazio che è stato chiuso per settant’anni” inizia con queste parole l’inaugurazione della mostra Sguardo sull’arte urbana, allestita al Teatro Soms di Caldana,  sede della società operaia del mutuo soccorso.

La mostra  sulla street art è visitabile il sabato dalle 15.30 alle 17.30, dal 23 giugno al 10 agosto, ed è la quarta parte, quella più giovane, della rassegna artistica “Il palpito del colore” che vede mostre presso il Museo Bodini di Gemonio, il Museo Salvini di Cocquio Trevisago e la Villa Frascoli Fumagalli di Laveno.

“Questa mostra è l’ultimo tassello della rassegna che affronta l’esposizione delle opere di artisti del territorio varesino attivi nel ‘900” dice la curatrice Chiara Gatti  “il tutto si colloca in tre fasce specifiche: inizio secolo, secondo dopoguerra, artisti contemporanei. All’appello, quindi, mancavano i giovanissimi ed abbiamo così voluto provvedere.”

L’arte urbana su tela, su foglio, su supporti diversi dal muro, ecco quanto è esposto sui pannelli presenti nella sala teatrale, “un modo per esplorare  quasi a trecentosessanta gradi il lavoro ed il mondo degli artisti che lo compongono”, come accenna anche Fabrizio Sarti, in arte SeaCreative, che si è occupato della parte grafica della mostra.

Uno sguardo sull’arte urbana, un nome scelto mettendosi dal punto di vista dell’osservatore che prende visione, quasi da lontano e in silenzio, di una minima parte del grande lavoro, come una semplice macchia di colore su una grande tavolozza.

Esposti a Caldana i lavori di sei artisti ben noti sul territorio varesino: Andrea Ravo Mattoni, SeaCreative, Vine, Sten, Borse, Refreshink. Alcuni noti per grandi opere murarie, altri conosciuti per opere più nascoste, come quelle realizzate sulle cabine semaforiche e le colonnine elettriche.

“La street art viene sempre vista come un’arte da giovanissimi, ma gli artisti che sono qua non sono proprio giovanissimi direi. Ognuno ha già un percorso alle proprie spalle, iniziato tanti anni fa attraverso il discorso della strada e poi attraverso una naturale evoluzione fatta di mostre, gallerie e supporti diversi da quello che è il muro” dice Ileana Moretti dell’Associazione WgArt, che da anni è parte attiva per la promozione dell’arte urbana sul territorio varesino e, in questa occasione, organizzatrice della mostra insieme alla Soms di Caldana.

Si scopre poi dalle sue parole che, oltre all’esposizione, doveva esser realizzata  un’opera muraria all’aperto “Questa mostra doveva essere combinata da quella che è un’opera esterna su muro, che al momento non si è potuta realizzare, ma che speriamo di fare presto, perché l’arte urbana è proprio un qualcosa che viene realizzato ed è fruibile da tutti.”

Il character design di SeaCreative, il design di Vine, il caravaggesco Ravo, il bianco e nero di Borse, il realismo di Refreshink e l’arte del tattoo di Sten. Sei artisti, diverse esperienze, diversa formazione ma, nonostante ciò, ogni loro opera, dalla più piccola a quelle più grandi, è in grado di emozionare anche con il minimo particolare.

 

Ileana Trovarelli

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Stralci di Street Art a Varese e provincia https://www.artevarese.com/stralci-di-street-art-a-varese-e-provincia/ https://www.artevarese.com/stralci-di-street-art-a-varese-e-provincia/#respond Mon, 11 Jun 2018 16:40:29 +0000 https://www.artevarese.com/?p=45508 Muri concessi, muri privati, muri liberi, zone autogestite, palazzi, centraline. Sono solo alcuni dei supporti dove regna la street art, dove i graffiti prendono vita. Varese e la sua provincia ospitano un quantitativo notevole di opere e, se si volesse intraprendere un tour per questa rete museale urbana a cielo aperto, molti sono gli artisti […]

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Muri concessi, muri privati, muri liberi, zone autogestite, palazzi, centraline. Sono solo alcuni dei supporti dove regna la street art, dove i graffiti prendono vita.

Varese e la sua provincia ospitano un quantitativo notevole di opere e, se si volesse intraprendere un tour per questa rete museale urbana a cielo aperto, molti sono gli artisti che ci accompagnerebbero.

Il tour riguarderebbe non soltanto le zone industriali o i luoghi dismessi ma, se imparassimo ad alzare gli occhi dai nostri smartphone, ci accorgeremmo che anche nel centro cittadino, in luoghi in cui non penseremmo mai, l’arte urbana è sempre dietro l’angolo.

Un esempio è proprio la città di Varese che in via Robbioni, a pochi passi dal Comune, ospita opere di Seacreative, Melì e  JooWasHere della Howler Monkey Cru, di notevoli dimensioni. Alcune di queste ornano i muri di Substrato, il locale che ha da poco riaperto i battenti grazie ad Ileana Moretti dell’Associazione Wgart e che per cultura, idee artistiche e street art spezza una lancia in favore e, se all’esterno i nomi citati prima la fanno da padrone, all’interno spicca un’opera di Ravo Mattoni, il writer che insegna la storia dell’arte sui muri.

Altre opere di Ravo e Seacreative sono presenti presso il sottopassaggio che conduce al centro commerciale Belforte, mentre se si vuole uscire dal tessuto urbano, rimanendo comunque in provincia di Varese, Ravo Mattoni allieta la vista dei passanti  con le sue riproduzioni caravaggesche e non a Leggiuno e ad Angera, mentre Seacreative ha da poco realizzato dei murales presso la biblioteca di Ponte Tresa.

Lo stadio di calcio del Varese è in altro dei punti da prendere in considerazione quando si parla di street art locale, lungo il suo perimetro si scorgono opere di writer più o meno noti, come Pao con uno dei suoi pinguini e le scritte gotiche di Ste&Anna; per non parlare poi dei sottopassaggi delle stazioni e di quelli sotto viale Europa o delle colonnine elettriche che hanno preso colore ultimamente, dipingendo la città come fosse una grande tela.

Esistono, poi, i luoghi abbandonati, quelli che un tempo erano il motore dell’industria, quelli che ospitavano migliaia di operai e che oggi rimangono in balia di ruggine e vegetazione. È qui che i writer danno il meglio di sé, utilizzando questi come veri, propri e personali art studios.  È qui che si respira l’odore della vernice, dove si possono scorgere non soltanto i lavori finiti, ma anche qualche schizzo preparatorio, un modo in più per conoscere le anime dietro lo spray.

 

 

Le fornaci di Caldè, la cartiera di Cairate, il centro sociale Telos di Saronno, sono solo alcuni di questi luoghi, dove i muri sembrano anche trovare una sorta di dialogo tra loro, come si scorge tra quelli di Busto Arsizio e  Saronno.

“Sogna, ma non dormire” dice il primo.

“Si crea, non si ricalca” il secondo.

Perché le cinta urbane raccolgono stralci di una vita frenetica , rappresentanti di un’arte che prima urla contro al cielo, incosciente del tempo che le rimane perché un minuto dopo potrebbe essere sparita.

Ileana Trovarelli

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