Artevarese intervista Bruno TaddeiArtevarese intervista Bruno Taddei

Dai solchi graffiati sulla lucida superficie fotografica emerge tutta l'acribia tecnica dell'incisore. Nella Sala Polivante di via Concordia ad Arsago Seprio sono in mostra i lavori di Bruno Taddei: "Con questo metodo – rivela l'autore – sto cercando, attraverso forme espressive quali il graffio, il disegno, l'incisione e lo strappo della carta fotografica, di esplorare, contaminare e oltrepassare il confine dato dalla fotografia tradizionale per intraprendere un percorso introspettivo di trasformazione profonda delle immagini e del significato che da ciò ne deriva".

Approdato alla fotografia nel 2004 dopo trascorsi di pittura e scultura i cui echi si ritrovano nelle contaminazioni linguistiche dei suoi lavori, Bruno Taddei ha messo a punto una personale tecnica di graffio delle proprie fotografie che, essendo completamente manuale, trasforma ogni lavoro in un pezzo unico.

Attraverso lame incido la mia paura di essere solo.
Attraverso lame incido la carta. Attraverso nuove immagini scolpisco le preesistenti.
Trasformo ciò che è stato in ciò che è. Trasformo in carezza creativa un atto meccanico.
 Trasformo il figlio dell'obiettivo in figlio della mia mano.
Mi riapproprio di una parte di me, mi riapproprio delle paure
Mi riapproprio del mio coraggio. Conosco la profondità con i graffi sulla superficie.
Conosco ciò che finora non ho mai voluto conoscere.
Conosco me stesso.
Riconosco i graffi dell'anima.
Sandro Iovine

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A grande richiesta, pubblichiamo la video intervista a Bruno Taddei, realizzata dalla nostra Redazione a Biandronno, nel settembre 2011.