A mente fredda, l'accostamento tra le opere di Enrico Castellani e Lee Ufan parrebbe problematico.
Non è così nella realtà.
A dimostrarlo la mostra "Surfaces et Correspondances", in corso presso Lorenzelli Arte a Milano.
L'armonia che lega il lavoro dei due artisti è immediata, naturale.
Alle varianti ritmiche su tela di Castellani dall'armonica e monocromatica successione, si accostano i cadenzati tratti di pennello di Ufan, quasi un preludio alle frenesia compositiva presente in altre tele dove tutto è follemente in movimento, come se un colpo di vento avesse percorso un ordine prestabilito di forme e colori sconvolgendone la regolarità compositiva.
Le estroflessioni di Castellani inducono ad una partecipazione percettiva: le minimali ombre di quelle ritmiche sequenze mutano con il trascorrere delle ore e con il punto di visione del visitatore.
E' una piacevole partecipazione investigativa e se vogliamo, anche un gioco.
Le lastre di ferro di Ufan, posate a terra e appena intaccate da minimi frammenti di ruggine sulle quali sono state poste delle pietre, paiono richiamare alla meditazione orientale determinando allo stesso tempo la coesistenza tra i due materiali di natura diversa, agli estremi l'uno dall'altro, ma perfettamente in grado di stabilire tra loro, una dialettica pregnante, così come accade tra le opere di Ufan e di Castellani.
Info.
Castellani – Ufan – Surfaces et correspondances

Milano – Lorenzelli Arte, C.so Buenos Aires 2
Fino al 18 luglio
Orario: martedì-sabato 10-13/15-19