Busto Arsizio“Il sarto e i due musei”: potrebbe essere il titolo di un racconto o di una fiaba. Di certo è il preludio di una delle più belle storie accadute in città, che d’ora in poi avrà di sicuro un capitolo tutto suo nelle pagine del diario bustocco.

E’ il 26 settembre del 2016 quando il quotidiano “Il Giorno” pubblica in un articolo, il desiderio di Antonio Ferramini, noto sarto milanese, di trovare una casa alle sue “Carabattole”, un’ampia collezione di oltre mille pezzi di strumenti del mestiere, risalenti a diverse epoche da lui raccolti in circa cinquant’anni. Un appello che non passa inosservato ai responsabili del Museo del Tessile bustocco che invitano il sarto a visitare quella sede che per eccellenza rappresenta la memoria dell’industria tessile.

Ferramini qui trova il giusto contesto per destinare quella parte dei suoi strumenti che segnano la tradizione della sartoria artigianale. Il resto della collezione viene donata al Museo della Scienza e della Tecnologia “Leonardo da Vinci” di Milano, che si affianca nella conservazione e la valorizzazione del patrimonio materiale e immateriale del sarto. La consistenza della collezione, visitabile al secondo piano dell’ex cotonificio Ottolini, si compone di ferri da stiro, forbici, ditali, macchine da cucire, strumenti di misurazione, portaspilli, di varie epoche e fogge e quadri con figurini di moda. Con i nuovi reperti si arricchisce il già notevole patrimonio conservato negli spazi di via Volta, che racconta dell’attività tessile e industriale. Si chiude così il cerchio che segna la storia del tessuto: da quando nasce, alla lavorazione fino al suo impiego.

Anche il Museo milanese sta lavorando alla presentazione della collezione: parte della donazione verrà esposta, entro la fine dell’anno, in una mostra sull’industrializzazione italiana. Al resto del prezioso materiale verrà dedicato un evento nel 2019.

 

 

Il sarto e i due musei, si diceva… Una “cucitura” che unisce il prezioso tessuto culturale, artigianale e industriale di due città. Milano e Busto come fili di trama e ordito…

La collezione Ferramini è visitabile da martedì a giovedì 14.30-18; venerdì 9.30-13, 14.30 – 18; sabato 14.30 – 18.30 e domenica 15 – 18.30

 

Museo del tessile e della tradizione industriale di Busto Arsizio 

Via Alessandro Volta, 6, 21052 Busto Arsizio VA

T. 0331 390352-351

 

Antonio Ferramini – La storia

Nasce a Colonnella, in provincia di Teramo, nel 1932, sin da giovanissimo impara il mestiere di sarto. A sedici anni lascia l’Abruzzo e si trasferisce a Milano dove lavora come apprendista in una sartoria. Nel 1960 apre un negozio in via Sant’Agnese frequentato da industriali, commercianti e professionisti dell’alta borghesia milanese. La creatività, unita all’alta professionalità, gli valgono numerosi riconoscimenti nel campo. Nel 1975, con il fratello Pietro, Ferramini brevetta il taglio Zeta per le giacche e i cappotti maschili e femminili. L’innovazione  consente di risparmiare cuciture nella realizzazione del capo e al contempo di migliore la vestibilità. La scoperta suscita un ampio interesse tra gli imprenditori, tanto che il sarto è chiamato a presentarlo anche in Giappone. Nello stesso anno trasferisce la propria bottega in via Terraggio. La passione per la sua professione si accompagna a quella per il collezionismo tanto da spingerlo a raccogliere oltre mille strumenti attinenti al suo mestiere legati a epoche e a fogge diverse.

La donazione Ferramini è la prima iniziativa che l’Amministrazione Comunale presenta con il nuovo logo BArt con il quale identifica le iniziative culturali future dedicate alle Belle Arti che si svolgeranno al Museo del Tessile e a Palazzo Marliani Cicogna. Gli appuntamenti successivi,  che in comune hanno riferimenti al tessile, sono fissati per il 5 e il 13 maggio. La prima inaugurazione si terrà a Palazzo Cicogna dove sarà allestita la mostra di abiti “Illusioni di Stoffa” di Alessandro Ubezio; la settimana successiva, sabato 13 maggio, invece  al Museo del tessile si aprirà la spettacolare “Miniartexil – borderline”, a cura dell’associazione culturale Arte & Arte di Como.

 

Elisabetta Farioli