Maddalena di Somma Lombardo – Scandito da distinti accenti temporali dettati dallo scorrere di più decenni, l’ultimo romanzo di Castrenze Calandra “ No – Kime Yasuma”  narra, in un preciso distinguo storico, di percorrenze individuali scandite da vibranti intime passioni come l’incontro tra un ufficiale dell’impero nipponico e una affascinate dama italiana inviata a Tokyo al seguito dell’apparato diplomatico italiano alle soglie della seconda guerra mondiale.

Sullo sfondo di tale imminente tragedia i due tessono un delicato intimo legame

Galeotta sarà l’aria della Tosca di Puccini che, con raffinatezza narrativa, Castrenze Calandra (vive e scrive a Maddalena di Somma Lombardo) farà scemare carsicamente per l’intero romanzo sino a farla riaffiorare nelle ultime drammatiche pagine in un sussurrato fiotto di intima memoria.

Passioni, intrighi, ossessioni di onnipotenza, violenza, lievità sentimentali, contaminano con le loro pulsioni palazzi imperiali, malfamati rioni, sino alla modestia di anonime abitazioni.

Sacrifici indotti o diretti percorrono le vite di tutti i personaggi presenti nel romanzo

Le secolari e ingessate tradizioni imperiali trovano spicciola degenerazione nei potentati malavitosi che si spartiscono il territorio, sino alla sublimazione di un sacrificio estremo sul quale aleggia l’incantevole melodia della Tosca di Puccini.

Abbiamo avuto l’opportunità di incontrare l’autore a pochi giorni dall’uscita del  romanzo nelle librerie.

L’avere ambientato il romano in Giappone potrebbe apparire una scelta rischiosa.

“Porsi nelle condizioni se quello che si sta facendo sia o meno un rischio comporterebbe la scelta di non scrivere. Concepire la scrittura come un rischio farebbe perdere il piacere dell’immaginazione. Come mi diceva Padre Carlo che era un gesuita dell’ Aloisianum di Gallarate – Il più grosso peccato che possono farti gli altri è che dicano tutti che quello che fai piace -.

In che misura ti sei dovuto documentare per scrivere il romanzo ?

“Ho avuto la fortuna di andare in Giappone, sono rimasto una decina di giorni a Tokyo dove poi ho ambientato la storia. Mi sono soffermato molto ad osservare gli orzzonti del proto e delle colline. Ho avuto questa fortuna, di contro non sono Salgari. Il romanzo è soprattutto sulla storia e sulla cultura del Giappone. Sono inoltre cosciente del fatto che dieci giorni siano una inezia, ma se non si ha un minimo di infarinatura credo diventi arduo strutturare una storia ambientata in un paese così lontano.

Negli anni hai pubblicato alcuni libri che hanno ottenuto importanti riconoscimenti, a fronte di ciò per te scrivere in che misura è piacere e in che misura è fatica ?

“Scrivo di getto e per me è come trasportare una storia da una pellicola su un foglio. La fatica riguarda le continue correzioni e i continui aggiustamenti. La scuola Holden, che sto frequentando, pone come esempio il fatto che ognuno deve avere una freccia, dato questo esistono infinite direzioni. Il piacere è avere buttato giù una storia con tutti gli errori del caso”.

 

Castrenze Calandra – “No – Kime Yasuma” Fondazione Luzi Editore, pp. 148, Euro 18,90

 

Mauro Bianchini