Visione dall'alto di Casa CustodiVisione dall'alto di Casa Custodi

Vasto e ricco il mondo dei beni culturali italiani, che comprende anche palazzi, strade, piazze: al punto che a volte, specie in questi ultimi anni, dove i fondi per la cultura vanno via via diminuendo, può capitare di dimenticarsene qualcuno. Ė quanto sta accadendo a Busto Arsizio, per la casa Custodi. L' architetto Ferrario ci aiuta a ricostruire la storia dell'edificio, studiato anche dall'architetto Augusto Spada.

La famiglia Custodi – Casa Custodi è un palazzo settecentesco, posto fra Montebello e Vicolo Medici. Prende il nome dalla famiglia che vi abitò, i Custodi di

Busto Arsizio, Casa CustodiBusto Arsizio, Casa Custodi

Busto Arsizio, con un cursus honorum di tutto rispetto: in vista già dal XVI secolo, furono avvocati, medici, deputati comunali, amministratori, benefattori e imprenditori. Al punto che l'attuale Via Montebello, antica contrada Savico, era da loro gestita.

Le mappe catastali – L'abitazione è testimoniata già nel catasto teresiano, quando proprietari erano don Biagio, Carlo e Baldassarre. Ancora nella mappa catastale del 1857 di Casa Custodi compare, nel corpo meridionale, un oratorio privato dedicato alla Beata Vergine Maria. Ancora oggi è possibile vedere in vicolo Custodi il portale di ingresso della cappella, che potrebbe conservare l'antico edificio di culto.

L'affresco – Impreziosisce vicolo Custodi anche un affresco del pittore Carlo Grossi: anche qui forte sarebbe

Busto Arsizio, Casa CustodiBusto Arsizio, Casa Custodi

la necessità di un restauro.

Perché fare? Ha le idee chiare l'architetto Ferrario. Non solo l'edificio ha un valore artistico in sé, in quanto di pregio, ma esiste anche un valore storico. Infatti valorizzare i vicoli Clerici e Custodi vorrebbe dire recuperare una parte della città di Busto Arsizio di grande interesse. Vorrebbe dire salvaguardare la memoria di una fetta di storia locale.

Che cosa fare? Senza dubbio è prioritario il restauro dell'edificio, rispettando l'antica funzione residenziali degli spazi originali. Sarebbe importante ricreare gli antichi percorsi, quindi riaprendo i cortili. In generale sarebbe opportuno valorizzare tutto l'ambiente nelle prossime vicinanze.
Sono così parecchie le idee. Come ha sottolineato l'architetto Ferrario, la casa Custodi costituisce in Busto un esempio di bella architettura del Settecento. Ma questi bei "fantasmi" devono tornare a vivere perché, solo se curati, preservati dal degrado possono restituire un pezzo di storia, possono divenire "parlanti" e raccontare. Solo così può nascere nel nostro mondo ipertecnologico e in continua evoluzione un legame con il passato, con quanti, nella casa in via Custodi, hanno vissuto secoli fa.