Busto A. – Un’idea nata giocando con il suo bambino. Era il 2003 quando Marica Casagrande ha iniziato a creare quegli strani libri dove gli oggetti prendono il posto delle parole. Illeggibili ma divertenti con pagine sulle quali la fantasia e soprattutto la creatività si posa dando vita a storie uniche. Una passione poi coltivata negli anni e che, ancora oggi, prosegue con creazioni sorprendenti e che, già a partire dal nome con le quali le definisce, i libri in-utili, riesce a stupire.

“Ho continuato negli anni per mio piacere personale – racconta. Li ho conservati tutti e oggi sono ben 57. Tutti differenti e ispirati a diversi temi e che recentemente ho esposto alla galleria Boragno di Busto Arsizio. Ad attirarmi sono gli oggetti, per lo più materiale di reciclo, dai quali partono le idee per realizzare l’opera; una volta individuato il soggetto lo lascio ben esposto in casa, lo guardo e riguardo anche per diverso tempo, in attesa che scatti l’idea. Giunta l’ispirazione, abbino subito il titolo, che per mia caratteristica è sempre ironico e a doppio senso”.
Libri d’artista ce ne sono davvero tanti ma quelli firmati dalla Casagrande hanno un’impronta differente. Semplici nella materia e immediati nel significato che arriva agli osservatori come fossero”battute” scambiate tra abili attori, scandite da un ritmo fatto di “domanda-risposta”. Semplici non perchè siano facili da realizzare. Al contrario. Marica infatti arriva al dunque, all’essenza del messaggio che intende rappresentare, attraverso gli oggetti più comuni con una naturalezza davvero sorprendente .
Strappano sorrisi i libri d’artista di Casagrande, ma a volte anche riflessioni su tematiche serie e attuali. Tra le opere spiccano l’ironica creazione dedicata alla famosa opera raffigurante la “banana” di Cattelan che tanto ha fatto discutere alla quale la nostra artista lancia un’elegante frecciatina. Oppure il libro dedicato alla “collana dei pon pon”, libri per ragazzi al quale presto si aggiungerà una nuova serie. Ed ancora quello dedicato al tricolore, realizzato con una fascia che avvolge tre volumi chiusi. In questo lavoro viene concentrato, e qui ben si addice quanto detto sulla “profoda semplicità” dell’artista, il significato e il valore della Patria nella storia, e nell’evoluzione del nostro Paese”. Un altro simpaticissimo libro è “Con la cultura non si mangia”, apparecchiato con tanto di posate e tovagliolo sui quali trionfano immagini di golosi panini. E se qualcuno ancora avesse dei dubbi sulla “chiave di lettura” per interpretare significati o rimandi, può approfittare dell’omonima opera sulla quale troneggia un mazzo di chiavi e una serratura che apre su qualche magico mondo. Ed ancora è possibile assistere a “La morte della cultura” dove, su pagine trafitte da un pugnale, sgorgano rivoli di inchiostro innocente.
Alcuni lavori sembrano realizzati per bambini. Ma non lasciamoci ingannare dal tono scanzonato e allegro delle opere. L’artista infatti è molto attenta alle tematiche attuali che indagano le fragilità della società come l’attuale mascherina anti Covid19 appoggiata su un libro.
Ha già in cantiere qualche nuovo lavoro?
“Sono un vulcano ma spesso, per motivi di lavoro, non riesco a realizzare tutto quello che vorrei”. Marica infatti è responsabile del settore cultura nel comune di Azzate e si occupa della Biblioteca e dell’organizzazione di eventi… (I libri sono dunque compagni di vita inseparabili!)” “Avrei tre o quattro progetti. Vedremo quando avranno gestazione…”
Noi intanto attendiamo di essere spiazzati con nuovi connubi inediti dove il potere simbolico, strategia di Marica, gioca sull’effetto straniante sulla rinascita dell’oggetto.

E.Farioli