Venezia – Soli su un proscenio a loro dedicato i soggetti, presenti nella serie fotografica “Elevation” eseguita tra il 2012 e il 2023 da Jacobien de Korte, volgono lo sguardo verso l’infinito forse in attesa di una persona o di un evento a loro destinato.

Attese che rimandano a riferimenti letterari quali “il deserto dei Tartati” di Dino Buzzati e “aspettando Godot” di Samuel Beckett.
Volgendo le spalle al visitatore sono a loro volta osservatori osservati.

Avvolte da un aurea di silenzio le figure di de Korte misurano la propria esistenza con le architetture entro le quali contestualizzano una estetica metafisica.
In quel tempo sospeso a dare l’idea di movimento è l’immaterialità dei singoli pensieri.

L’autore in quelle immagini pare alludere anche a condizioni oniriche pervase da profonde e intime emozioni, dove l’oggettività delle architetture, fondendosi con le speranze dei personaggi, tende a compiere una percorrenza astratta che dal sogno riconduce al mondo reale.

Il rigore spaziale entro li quale de Korte pone i suoi soggetti conferisce ad ognuno trasparenze di intima relazione con il loro creatore.
Ma tutta questa magia è frutto di elevata sicurezza esecutiva.

Jacobien de Korte – “Elevation” – Venezia – Palazzo Bembo, Riva del carbon 4795. Fino al 26 novembre. Orario apertura: 10-18. Martedì chiuso.

Mauro Bianchini