Linee sinuose, stati d'animo, fanciulle che a passo di danza escono dalla materia grezza e si affacciano, sicure, sul palcoscenico della vita. E' una lunga e articolata parabola artistica e creativa quella che Albertini presenta allo Studio d'arte Liberty di Angera.

Architetto e artista che ama celare la sua identità firmandosi solo con il cognome, Albertini rientra a pieno titolo nel solco della grande tradizione della scultura italiana, in continuità con i grandi artisti del Dopoguerra, da Pericle Fazzini a Francesco Messina nel rappresentare la forza espressiva della figura corporea; da Giuliano Vangi per l'audacia della rappresentazione del volto ad Alberto Ghinzani per la forza di trasformare la scultura che diventa materia, terra, cielo, diventa universale, vitalità dell'uomo, vitalità del racconto.

Il suo percorso si avvia con lavori in acrilico, in cui la gestualità della linea si intreccia con il rosso, il blu e l'oro. Memorie di lunghi viaggi nel deserto, donne berbere, sguardi che vogliono coinvolgere l'anima di chi li osserva.
Nei lavori successivi, l'oro da colore acrilico diventa lastra lucida di ottone, con opere in cui la ricerca del riflesso e della luce giocano un ruolo fondamentale. Lo spettatore entra nell'opera come un'ombra irregolare, lo sguardo si combina e sovrappone con quello delle immagini dipinti, fluttuanti in un'aura di dinamicità, fatta di movimenti e luce, in un continuo gioco di dentro e fuori.
Nel suo procedere creativo, Albertini ha sentito la necessitò di tornare alla materia, di plasmarla come un demiurgo, prima creando creature in ceramica, poi avvicinandosi all'ottone e al bronzo, considerato materiale legato all'eternità. Un bronzo invecchiato con patine, connotato intrinsecamente da un forte senso storico e da un richiamo all'arte etrusca, che contrasta fortemente e volutamente con l'alluminio, un materiale leggero, facilmente modellabile, chiaro. Due figure, due anime; il materiale pesante ed eterno e la sua ombra, alla ricerca del sé. Figure che si muovo, che nelle loro pose raccontano la gioia del mondo, stupendo l'osservatore.
In mostra è presente poi una istallazione, dal titolo "Il tempo". Le figure in alluminio si rincorrono, dalla pià grande alla più piccola, i libri si rifanno alla nostra storia, Cent'anni di solitudine, La coscienza di Zeno, fanno parte del nostro tempo che rincorriamo.
"Adesso mi sto avvicinando alla povertà della materia, – ci anticipa Albertini – su una spiaggia di Venezia, un giorno mi sono ritrovata a fare un autoritratto con la sabbia, aspettando che il sole tramontasse e aspettando che il mare la cancellasse… vorrei proseguire cercando la fissità della sabbia".
Albertini
dal 2 al 17 aprile 2016
Studio d'Arte Liberty, piazza Garibaldi 12 – Angera
Orari Sabato 15.00 – 18.00, Domenica e festivi 10.30 – 12.30 / 15.00 – 18.00,
Feriali per appuntamento 0331 930500
Finissage domenica 17 aprile.