Busto A. – Artista, performer, musicista e ora anche scrittore. E’ fresca di stampa infatti la recente pubblicazione di Ivo Stelluti, intitolata ” Un albergo a mille stelle ” (Aporema Edizioni) uscita lo scorso 25 novembre. Eterno innamorato del mondo, dalla natura nelle sue infinite espressioni e di tutto il creato, Ivo ha sempre concentrato e comunicato la sua passione per i viaggi attraverso l’arte: dai quadri alla musica, alla poesia.
Come nasce questa pubblicazione?
“Grazie alla collaborazione con ArteVarese, ho ripreso in mano i miei diari di viaggi, che sono diventati gli episodi settimanali della rubrica “il Viaggiator Curioso” e in seguito alcuni i racconti raccolti nel libro. Girare il mondo mi ha insegnato a osservare, ascoltare, assaporare. A non smettere di cambiare. Viaggiare mi ha dato molto in termini umani ed emozionali. Tornando al libro, non sono uno scrittore e non mi occupo di antropologia culturale o di filosofie orientali. Scrivo per non rischiare di dimenticare. Per spartire il tesoro che mi è stato donato, nel momento in cui mi è capitato di provare una sensazione di fronte alle opere straordinarie dell’uomo o della natura che ho incontrato lungo il cammino”.

“Un Albergo a Mille Stelle”. Che significato ha questo titolo?
“Durate un soggiorno in Cambogia ho chiesto al mio accompagnatore di farmi visitare, oltre alle meraviglie archeologiche, anche qualche villaggio per capire come vive la gente di quella zona. Così mi ha mostrato le amache legate agli alberi, spiegandomi che, i turisti dormono in alberghi a quattro stelle ma ai cambogiani è riservato un albergo a mille stelle, indicando il cielo. In quel momento ho capito che molto di ciò che noi diamo per scontato come tre pasti al giorno, l’acqua calda, il condizionatore, sono cose riservate solo ad una piccolissima parte della popolazione mondiale. Il resto vive così”.

Di quali altri luoghi parli nel libro?
“Dal Senegal al Guatemala, dall’india all’Iran, Nepal, Mozambico, Marocco… Ogni zona della terra, che ho avuto la fortuna di visitare, mi ha riservato un raggio di meraviglia. Per qualcuno dei lettori questi luoghi potranno essere evocativi, altri magari essendoci già stati, avranno avuto sicuramente percezioni differenti dalla mia. Spero di riuscire ad accendere in qualcuno la voglia di scoprirli o il desiderio di decifrarli”.
Quando ti accorgi di essere di fronte a qualcosa di “buono da narrare” o, come diceva Dostoevskij, di “altro materiale da romanzo”?
“Nella musica Jazz l’accordo fuori scala si trasforma nello spunto per iniziare un nuovo fraseggio, così nel viaggio l’imprevisto è essenziale, è funzionale alla bellezza. Ciò che non doveva accadere diviene suggerimento letterario, proprio perché sta lontano da quella linea che già altri avevano tracciato per noi”.

Come tante delle iniziative organizzate da Ivo Stelluti, anche la pubblicazione di “Un Albergo a Mille Stelle” ha uno scopo umanitario. I diritti d’autore verranno infatti devoluti a Padre John, un missionario che opera in Birmania dove offre assistenza sanitaria gratuita. Una terra in cui anche reperire i medicinali è difficile. Il regime infatti vieta di ricevere denaro o pacchi dall’estero e gli aiuti umanitari vengono requisiti dai funzionari della dittatura militare. Durante uno dei viaggi Ivo e il suo gruppo sono riusciti a portare dall’Italia alcuni farmaci nascosti negli zaini, rischiando di essere fermati e perquisiti. Da quel giorno con Padre John è iniziata una collaborazione che dura ormai da sei anni.

E.F.