Cranio di ippopotamoCranio di ippopotamo

Da cosa trae origine la triangolazione tra i crani di animali, le maschere del Gabon e le fotografie di Dominique Laugé, esposti fino al 30 aprile alla Galleria 70 di Milano? Come spiega il gallerista e curatore della mostra Eugenio Bitetti, l'accostamento fra questi tre temi nasce innanzitutto «dalla somiglianza compositiva tra le immagini del fotografo francese e le opere degli scultori africani, entrambe in grado di rendere l'espressività dei soggetti attraverso una perfetta definizione della geometria delle forme e delle relazioni reciproche tra di esse». I simboli atavici della cultura del Continente Nero non hanno lasciato indifferente neppure lo sguardo ciclopico di Laugé che espone per l'occasione le foto di

Natura MortaNatura Morta

scheletri e crani realizzate nei musei di storia naturale di Gaillac e Torino.

Come i manufatti "negré", i suoi scatti sono confinati entro una dimensione senza spazio e senza tempo, dove ogni possibile variazione delle forme archetipe viene irrigidita in una inquietante tassonomia museale. Anche se assai distanti dal filone ormai un po' consunto della vanitas, crani, scheletri e maschere, con la sola forza della loro presenza morfologica (cavità oculari e struttura estroflessa), sono in grado di simboleggiare il timore della morte, evocando con la loro bellezza primigenia cerimoniali religiosi e significati spirituali. Uomini, scimmie, ippopotami, foche e babbuini, ridotti alla sola struttura di sostegno, manifestano un'ossessione scientifica e artistica per la rappresentazione, «l'urgente bisogno di distrarsi dal pensiero della fine». Tra il 2007 e il 2008, ispirandosi ai grandi maestri del passato, come Jean Siméon Chardin, Jean Etienne Liotard, Jacopo Chimenti, Sebastien Stoskopf, Francisco de Zurbaran, Valdes Leal, Philippe de Champaigne e Antonio de Pereda, Laugé ha infatti intrapreso nuove ricerche sulla natura morta e sulla vanitas che lo hanno portato, attraverso scatti nitidi ed eleganti (in cui prevale l'attenzione per la composizione e l'uso della luce come mezzo privilegiato d'espressione), a "catalogare e preservare" tutte le meraviglie della Natura.

Ossa e maschere
Fino al 30 aprile 2012
Galleria 70, Corso di Porta Nuova 36/38, Milano
Per info.: tel +39 026597809
eugeniobitetti@libero.it
Orari: tutti i giorni, dalle 10.00 alle 13.30 e dalle 16.00 alle 19.30
Chiuso domenica e lunedì e dal 1 al 10 aprile