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Sintomi di cambiamento – Gli indizi di una svolta per Todoverto erano già stati accennati nella personale "Tensiocolore" tenutasi allo Spazio Zero di Gallarate. In quell'occasione avevamo potuto assistere a un notevole ridimensionamento della campitura cromatica che aveva dominato la sua produzione fino ad allora. L'artista fu tra i firmatari nel 1982 del Manifesto dell'Ipercromatismo, prefiggendosi l'obiettivo di liberare l'energia del colore, che infatti era unico e molteplice protagonista delle sue tele. In questa mostra troviamo documentato ogni tassello del suo percorso artistico: dal colore a tutto campo, emozionale e materico, declinato in infinite sfumature, agli ultimi lavori esposti l'anno scorso, in cui dal colore, raccolto ai lati, comincia a farsi spazio, nel vero senso della parola, il bianco, e in cui il senso di inquietudine che anima l'artista non è più affidato alle sfaccettature del colore ma alle tensioni metalliche che si materializzano come elementi concreti sulla tela. Improvvisi appaiono anche i primi strappi, aldilà dei quali ancora si intravede l'ultima traccia possibile di colore, che sembra nascondersi ormai dietro la tela.

Passaggi – Il passaggio alla totale scomparsa di colore è pressoché immediato e determina gli ultimi lavori su cui si concentra la mostra a Villa Pomini. Ci troviamo di fronte a una serie di monocromi bianchi che costituiscono l

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'ultima tappa del suo lavoro, ma non per questo devono essere interpretati come un rinnegamento della sua ricerca artistica, tutt'altro. Il bianco, infatti, non è che uno tra i tantissimi colori esistenti e proprio queste tele vogliono confutare il pregiudizio comune di considerare il bianco un non colore.
Bianco come purezza, come pulizia, come la voglia di voltare pagina che trasmettono queste doppie tele: montate una sull'altra, la prima squarciata a lasciare intravedere ciò che ha lasciato dietro di sé.
Il gesto deciso dell'artista che taglia la tela per documentare un passaggio e poi lascia il suo posto alla forza creatrice del fuoco. Il destino della tela è affidato alla casualità di tale energia su cui poi l'artista però riprende il controllo, avvalendosi del fumo come un nuovo mezzo espressivo. Ecco dunque che il bianco si arricchisce di una gamma di sfumature inaspettate, dal bianco splendente, al grigio, al nero della bruciatura, fino all'ocra, segnando un nuovo traguardo per l'artista nel campo della sperimentazione cromatica.

Emozione e ragione – L'impatto emozionale in questi lavori è sicuramente predominante, ma nelle violente lacerazioni si può recuperare un filo di razionalità che attinge al vocabolario specifico dell'artista. Sul fondo emergono le lettere e i frammenti che da sempre connotano il suo lessico artistico, sin dagli inizi. Le lettere in questo caso formano delle parole che l'artista non vuole necessariamente rendere immediate, ma il cui riconoscimento fisico serve a ricondurre il discorso su binari più sicuri perché attingono al suo passato

La scultura donata a Villa PominiLa scultura donata a Villa Pomini

riconoscibile.
La volontà dell'artista di dar forma alla tensione attraverso i tagli, le bruciature e le cuciture raffazzonate vuol essere espressione della condizione emotiva dell'uomo contemporaneo, ma forse in primis di se stesso, che al taglio verso un futuro non può rinunciare al passato che urge da dietro e che ricorda il percorso finora intrapreso.

Di nuovo grandi mostre – La mostra presenta tutta la produzione dell'artista, occupando interamente gli spazi di Villa Pomini che il Comune di Castellanza vorrebbe rilanciare nella sua piena funzionalità espositiva. Per la mostra sono stati ideati anche del laboratori con le scuole, condotti dall'artista stesso, il quale ha donato alla Villa una sua opera scultorea, collocata nel giardino, proprio in segno della volontà di ripristino della sede come centro culturale polivalente. L'ingresso alla mostra, infine, è stato pensato dall'artista come un attraversamento di una grandissima tela in cui ha praticato un immenso squarcio, simbolo pregnante di questa esposizione, concepito come atto propiziatorio, che auspica un dialogo intenso tra quadro e spettatore.


Carmelo Todoverto
Risonanaze

4 ottobre – 2 novembre
Villa Pomini
via Don Testori, 14 Castellanza
orario: da martedì a domenica 16-19
inaugurazione sabato 4 ottobre ore 11
a cura di Emma Zanella