Enrico Baj (Milano 1924 – Vergiate 2003) affermava che "La cravatta è il miglior simbolo della cultura occidentale contemporanea".
Tale capo di abbigliamento è il protagonista della mostra "Baj at Marconi's. Plastics 1967-1969" in corso presso la Galleria Giò Marconi a Milano e ospitata contemporaneamente da Luxemburg & Dayan a New York.
Nell'atrio della Galleria milanese il visitatore è sovrastato da una gigantografia in bianco e nero raffigurante una vasca da bagno percorsa da una gigantesca cravatta su cui scorre il titolo della mostra che si tenne nel 1969 presso lo Studio Marconi.
Figura preminente della cultura milanese e non solo, Enrico Baj fu costretto, durante la dittatura fascista, a fuggire a Ginevra, interrompendo gli studi all'Accademia di Brera, per evitare il reclutamento nell'esercito italiano.
Tornato dall'esilio, si iscrisse a giurisprudenza, studi che abbandonerà per dedicarsi definitivamente all'arte.
Nel 1960 è a New York dove partecipa all'Esposizione Internazionale del Surrealismo curata da Andrè Breton e Marcel Duchamp presso D'Arcy Gallery.
L'anno seguente è al Museum of Modern Art della stessa città.
Nel '64 gli viene dedicata una sala alla 22° biennale di Venezia.
Nell'infinito elenco espositivo di Baj, citeremo Palazzo Grassi a Venezia, Il Museum of Contemporary Art a Chicago, il Museé de l'Atheneé di Ginevra, il Palazzo delle Esposizioni a Roma e di nuovo a Venezia per la 55° Biennale.
Inoltre fondò con Sergio Dangelo (artista a cui anche nella vira era difficile mettere le briglie) il Movimento Nucleare.
Come nei romanzi d'appendice dell'800, facciamo un passo indietro e torniamo da Giò Marconi, che nella sala grande presenta, in fantastica successione, una serie di multicolori cravatte giganti eseguite su supporti di plastica, a dire come Baj amasse sperimentare la sua arte con differenti oggetti e materiali.
Quelle cravatte, non sono solo forme geometriche poste sulla superficie in sequenza ritmica, ma esse stesse superficie su cui elaborare segni e forme policromatiche, in serrato susseguirsi, conferendo ad ogni cravatta una distinta personalità, sino a fare immaginare la soggettività di chi, idealmente dovesse indossarle.
Baj at Marconi's. Plastics 1967-1969
Milano – Galleria Giò Marconi, Via Tadino 20
Fino al 31 gennai
Orario: martedì-sabato 11-19