Luci al Museo BodiniLuci al Museo Bodini

Cambio registro – Si sono esauriti i 100 giorni firmati Mme Duplok al Museo Bodini; ora lo spazio si arricchisce di nuovi volti e amici. E' terminato nella giornata di sabato 30 gennaio il progetto regionale Twister con l'intervento negli spazi di Gemonio del collettivo artistico Mme Duplok con la loro opera-installazione 'Per grazia ricevuta'. Alla presenza degli artisti, del direttore Daniele Astrologo, di alcuni dei 100 custodi che hanno aderito all'opera collettiva e ai giovani di Stralis, è entrato in scena lo sculture israeliano Reuven Israel.

Testimoni nell'opera – Sorrisi, smorfie, sguardi distratti o incuriositi… supera il traguardo delle 100 presenze l'intervento nel cortile interno del Museo scelto per l'opera dei Mme Duplok. Ultima tappa del progetto tra un paio di settimane quando gli artisti ultimeranno l'opera con altri scatti fotografici. E' stato certamente un evento importante per il Museo: "Abbiamo voluto esporre il luogo non nel luogo", afferma un componente del gruppo Mme Duplok. E' il complesso museale la vera opera d'arte, la sua gente, i suoi visitatori, i suoi custodi, le sue sculture.

L'opera di Mme DuplokL'opera di Mme Duplok

Il gusto dell'ironia'Non ho fatto niente' dichiara Reuven Israel. E lo dice sorridendo, abbassando gli occhi a terra e osservando il dolce movimento della sua opera scultorea. Risalta sul tappeto rosso, l'azzurro spento dell'elemento scultoreo, perfetto, liscio, impeccabile, silenzioso. Risalta quella delicatezza nel movimento, quella lucidità. E' il risultato di una minuziosa ricerca nei pesi, nel dinamismo, nelle cromie: prova e riprova, gradazioni e sfumature minime fino a trovare quella giusta. Israel lavora con materiali poveri, di estrazione industriale, sceglie i suoi colori tra le vernici utilizzate nelle carrozzerie. Da qui quel lucido, quell'aspetto senza traccia quasi a potersi specchiare. Opere che trovano il dialogo diretto con l'ambiente in cui vengono esposte, e a Gemonio la sinergia è davvero intensa tra l'arte del giovane e le opere della collezione. Carte e sculture si alternano nelle sale del Museo, non molte, ma chiarificatrici del pensiero creativo del giovane.

Infinità del piano – L'immaginazione dell'artista trova consistenza non solo nella scultura, ma anche nella bidimensionalità. Carte dal fondo nero sono incorniciate e abbinate alle sculture a terra. Fondo neutro in cui scoprire un mondo, una dimensione silenziosa in cui emergono i dettagli, quegli elementi che rimandano con un pò di immaginazione ai mondi fantascientifici, a dimensioni parallele. Se i disegni sono più ostici al colpo d'occhio, le sculture-installazioni trovano il consenso soprattutto degli spettatori più piccoli, i bambini. Sono alla loro portata, vogliono esserlo. Sono opere da toccare, non devono intimidire lo spettatore, porre quel limite di delicatezza, di preziosità da non oltrepassare tra l'uomo e l'opera. L'arte di Reuven è interattiva: ecco il contatto diretto con la terra, nessuna linea da non oltrepassare, nessuna teca o basamento troppo alto. Meccanismi più o meno visibili si celano nelle lineari strutture dell'israeliano, ombre e giochi di luci si creano, dando il via al movimento.

'Non ho fatto niente''Non ho fatto niente'

Esperienze parallele – Il soggiorno in Italia offre diverse occasioni al giovane artista. Nei giorni scorsi Reuven ha avuto modo di presentare il proprio lavoro al Premio San Fedele di Milano selezionato dallo stesso Daniele Astrologo. Per il giovane questa mostra rappresenta il ritorno negli spazi museali gemoniesi dopo la partecipazione con i compagni di viaggio di Harlem alla collettiva dedicata proprio al progetto 'Harlem Studio Fellowship'. Reuven è stato tra i protagonisti dell'iniziativa promossa da Ruggero Montrasio, un progetto che prosegue nel quartiere newyorkese e che sta crescendo in un'altra città americana: Detroit.

Dialogare per conoscersi
– In occasione dell'apertura della mostra personale di Reuven Israel sono tornati a far visita al Museo i giovani del gruppo Stralis. Una realtà culturale che nasce a Milano ma itinerante per natura, che si indirizza dove c'è qualcosa da conoscere, da far conoscere, da apprezzare, da valorizzare. "La nostra proposta è semplice ma al tempo stesso rappresenta una sfida impegnativa: esplorare e incontrare il mondo per trovare insieme una concezione autentica dell'uomo e dei suoi bisogni", spiegano i giovani.

From shapes to forms
mostra Reuven Israel

fino al 28 marzo 2010
Museo Civico Floriano Bodini
Via Marsala 11, Gemonio (VA)
Orari di apertura: domenica 10.30-12.30 / 15.00-18.30
tel. 0332 604276