Il Laggione di BonardiIl Laggione di Bonardi

L'artista castronnese Renato Bonardi ha vinto recentemente il concorso internazionale "I laggioni per il XXI secolo" indetto dalla Fondazione Mosaico Liguria del Comune di Albissola Superiore (SV). E lo ha conseguito in modo quasi rocambolesco: dopo aver consegnato la propria opera, quasi fuori tempo massimo, al limite del termine di presentazione, ironia della sorte, riceve il primo premio. Proprio lui che, del "tempo", ha fatto il centro della sua produzione artistica.

Quasi come gli azulejos – Con "Laggione 1" Bonardi si è assicurato il gradimento più alto, in una delle sezioni in cui è suddiviso il concorso, quella artistica, per aver interpretato, recita la motivazione, "in chiave contemporanea le caratteristiche compositive ed espressive del laggione ceramico", la coloratissima piastrella in maiolica largamente diffusa in Liguria per rivestimenti murali e pavimentali, simile agli Azulejos spagnoli.

In buona compagnia – La sua opera verrà collocata in forma permanente nella Sala "Agenore Fabbri" della Fondazione Mosaico Liguria di Albissola, centro di grande fermento artistico della ceramica nazionale che vanta opere scultoree di Fontana, Capogrossi, Fiume, Sassu e Martini, ai quali Bonardi, buon ultimo, va ad aggiungersi.

Renato BonardiRenato Bonardi

Giusto riconoscimento – La vittoria e la musealizzazione di "Laggione 1" vanno a consacrare la scelta, operata dall'artista non molto tempo fa, di lasciare definitivamente il lavoro da assicuratore, per andare in pensione e dedicarsi finalmente all'arte, cui si è sempre accostato timidamente, soprattutto per mancanza di tempo.

L'ottavo giorno – Già, il tempo, quella dimensione esistenziale che costantemente attraversa l'attività artistica di Bonardi, dagli anni in cui fu grafico trade mark ed umorista ad oggi che è pittore e scultore, le cui opere sono esposte presso il Centro Studi C. Pavese di Santo Stefano Belbo, presso la Pinacoteca Villa Soranzo di Varallo Pombia e presso il Parco di Taino, solo per citarne alcuni.
Nella creta, nella pietra di Vicenza e negli acquerelli, l'artista di Castronno rappresenta con fitte serie di lettere e numeri disposti secondo un ordine, apparentemente casuale, il tempo, che egli tenta di fermare, interpretare, ricreare – emblematica la scultura "L'ottavo giorno" – per scongiurare il suo scorrere, demandando alle sue opere il compito di rendere, se non la sua persona, almeno il suo ricordo, eterno.

Mettersi in gioco – La creta è il materiale privilegiato da Bonardi, perché, confessa, "gli piace lavorarla e perché è spazio in cui dar libero sfogo alla fantasia e alle sperimentazioni". Si sta impegnando nella ricerca di nuove tematiche; disponibile, in nome della ricerca artistica a mettersi in gioco, ad affinare le proprie conoscenze – anche a livello teorico – in fatto di ceramica, pur di riuscire a prevedere, con la precisione che occorre, a quello che sarà il risultato ultimo del lavoro fin dalle sua fasi iniziali.

Il gioco dell'arte con i bambini – Se sperimenterà nuove strade, questo, assicura, avverrà con l'amico Marcello Mannuzza, artigiano preparatore delle sue terrecotte presso "Le ceramiche il tondo" di Celle Ligure.
L'entusiasmo e l'impulso creativo non mancano di certo a questo artista. Nei cui disegni futuri c'è anche il progetto di aprire una fornace in proprio e di poter offrire ai bambini l'opportunità di sperimentare con lui l'affascinante mondo dell'arte attraverso laboratori didattici da allestire nel suo studio castronnese, dove è possibile ammirare numerose sue opere.