Un'immagine del convegnoCosa il teatro deve a Luigi Pirandello? – Una domanda a cui hanno risposto gli esperti intervenuti martedì scorso al Sociale di Busto. Una mattinata interamente dedicata alla figura e alle opere teatrali del drammaturgo agrigentino promossa dall’associazione culturale Educarte in collaborazione con il centro nazionale studi pirandelliani di Agrigento. Tre le relazioni in agenda: “Pirandello e il teatro” di Enzo Lauretta, “Presenze pirandelliane nel teatro europeo e americano” di Stefano Milioto e “Pirandello regista” di Marialaura Simeone. Al convegno hanno preso parte, oltre ai tre relatori, Delia Cajelli, direttore artistico del teatro Sociale e Claudio Fantinati, assessore alla Cultura ed Educazione del Comune di Busto Arsizio. Erano presenti circa 250 studenti, provenienti da scuole secondarie di secondo grado della città (liceo scientifico "A. Tosi", IPC "Verri", Siae "Marchetti", Itis "Facchinetti"). Per l’occasione sono stati presentati anche gli eventi pirandelliani che il teatro Sociale ha in cantiere per la stagione 2010/2011: lo spettacolo "Sei personaggi in cerca d’autore", che chiuderà il 47° Convegno internazionale di studi pirandelliani (a Busto Arsizio lo spettacolo verrà presentato nella serata di giovedì 18 novembre), la rassegna "Quel che il teatro deve a Luigi Pirandello" e lo spettacolo "L’altro figlio".

 

 

Luigi PirandelloI contenuti – Un teatro che mette al centro della riflessione la vita nuda: questa la cifra significativa che contraddistingue la drammaturgia di Pirandello. Far cadere la maschera dell’ipocrisia, abbattere le convenzioni sociali, essere – a suo modo – in controtendenza: sono i punti cardine della poetica pirandelliana, un’arte che riesce ad andare oltre gli stilemi sociali, oltre il noto e la consuetudine. Per la via dell’umorismo e dell’analisi interiore del personaggio – spiega Enzo Lauretta, presidente del centro di studio pirandelliani lo scrittore siciliano, premio nobel per la letteratura nel 1934, ha innovato la vecchia e stanca scena ottocentesca, nella quale erano dominanti l’enfasi declamatoria dell’attore e gli intrecci leggeri e mondani di tradizione francese, proponendo un teatro di idee. Pirandello non lancia dei messaggi, ma pone dei problemi – prosegue Lauretta – i suoi personaggi non si rassegnano mai, non si acquietano al destino e conclude – l’umorismo pirandelliano è il riso che nasconde la pena". Pirandello, proseguono gli esperti, ha scardinato le regole del dramma borghese, eliminando quella parete immaginaria che si innalza tra il pubblico e gli attori, regalando un ruolo attivo e partecipe agli spettatori. Non una lezione vana quella dell’autore di Agrigento ma uno spunto, un dictat a cui fanno riferimento molti protagonisti della scena teatrale contemporanea: da Testori a Pasolini, da Brecht a Beckett.Un’intera mattinata dedicata all’autore del famoso “Così è (se vi pare)” in cui la cultura, l’amore e la passione per il teatro dei relatori sono stati gli indiscussi protagonisti.

Pagine illuminanti sulla crisi dei valori dell’uomo contemporaneo ma anche un’indiscussa azione di rinnovamento del racconto drammaturgico e della prassi scenica. Questi i valori aggiunti dell’opera teatrale di Luigi Pirandello. Il suo modo di fare teatro è stato al centro del convegno organizzato martedì scorso al Sociale di Busto.