Busto Arsizio – Per giorni, anzi mesi, siamo stati ostaggi di Covid-19, rapiti e sequestrati da un virus che ci ha resi prigionieri dentro le nostre case. Vittime di un carnefice invisibile e spietato, pronto a punire nelle tentate fughe verso la libertà delle abitudini. Un periodo che non sarà facile da dimenticare, nel quale soli con sè stessi ci siamo guardati dentro e forse, per la prima volta, ci siamo conosciuti. Una dura prova di resistenza e resilienza dove lo smarrimento ha preso il sopravvento spingendo ognuno a combattere il duro momento come meglio poteva.
Quando ho visto in TV tutti quei camion carichi morti – racconta il pittore Giovanni Beluffi – ho provato una sensazione difficile da definire in una sola parola. Era dolore insieme a rabbia e paura. Allora ho iniziato a riflettere, pensare e ho sentito il desiderio di affidarmi a qualcosa di grande, di avvicinarmi di più alla Fede“.
Così Beluffi inizia a leggere alcuni brani del Vangelo, episodi che ha poi illustrato in una serie di dipinti che ripercorrono la vita di Cristo: dalla nascita alla resurrezione, passando da alcuni altri momenti significativi che l’hanno particolarmente colpito.
Da artista mi è sembrato quasi un dovere raccontare questo momento, interpretandolo con una pittura quasi spirituale, che usciva dai miei sentimenti e si nutriva di quello che provavo dentro“.
Beluffi è noto soprattutto per i suoi paesaggi, scenari ovattati dove la natura si trasforma in poesia. Vedute dilatate, dalle trasparenze dei colori stesi con tocchi leggeri ma decisi sui quali spesso l’artista interviene con graffi e incisioni. Richiami evocativi di suoni e segni che si fanno tracce di pensieri e riflessioni. Il desiderio di penetrare la materia è sempre stata una caratteristica della pittura dell’artista. Fin dagli esordi quando con spatolate intense schiacciava e spostava strati di colore. Una matericità che, nel corso degli anni, si è asciugata così come il segno che si è via via sfumato fino quasi a sparire, lasciando al colore il senso della rappresentazione, dell’essenza, della sintesi.

In questi ultimi lavori, dedicati ai temi Sacri, la tavolozza si fa ancor più leggera e diluita nelle sfumature che diventano, trasparenze. Puro lirismo spirituale intimo e carico di intense emozioni che l’artista svela. Un turbinio di sensazioni che si posano su chi osserva coinvolgendo e trasportando dentro l’opera e viverla, fino a toccare quell’istante di infinito che è l’ anima dell’artista. Così Beluffi vuole ricordare e condividere questo indimenticabile momento storico…

E.Farioli