Trieste – La bora è una delle caratteristiche più famose della città tanto da meritare un museo. In via Belpoggio è possibile entrare in un piccolo spazio che racchiude un mondo: è il magazzino dei venti. Impossibile crederci ma qui sono raccolte delle vere e proprie collezioni, immagini di cronaca del passato, creazioni del presente, oggetti curiosi, strumenti scientifici e differenti, originali e sorprendenti racconti su questa straordinaria forza invisibile.
Lasciamoci dunque trasportare nella visita all’ importante archivio, intitolato a Silvio Polli, che raccoglie fotografie, pubblicazioni, giornali, strumenti scientifici di uno dei più grandi studiosi del fenomeno. Seguendo le correnti d’aria si raggiunge poi la Collezione artistica del Museo: “una piccola galleria del vento” che presenta opere di artisti come Pascutto, Pastrovicchio, Pezzolato, Spigai che hanno realizzato opere ispirate al tema. E per finire caliamoci in un’aria frizzantina scoprendo la bizzarra raccolta che vede inscatotati i venti di tutto il globo. Una sorta di gioco al quale partecipano i visitatori che dopo avere scoperto il Magazzino spediscono al museo il vento della propria città, o raccolto in vacanza, diventando così “ambasciatori eolici”. Si contato oltre 130 pezzi tra bottiglie, scatole e pacchetti che cotengono “preziosi” venti imbottigliati, inscatolati, impacchettati provenienti da quasi tutto il mondo.
Nel magico Magazzino di Trieste non mancano sezioni dedicate alle curiosità sulla Bora e sui venti con reperti originali oppure creati ad hoc, come la “Finestra di Stendhal”, una tipica apertura triestina reinterpretata con inciso un testo del celebre scrittore.
Il vento supera i confini geografici e i pensieri, è una forza che taglia e si staglia nei cieli tempestosi o nei blu accecanti portando via con sè tutto ciò che incontra. Gli alberi si inchinano, le acque si agitano mentre vortici di polvere si alzano in danze ritmate. Lo sanno bene i pittori che da sempre vengono sedotti da questa forza della natura capace di trasformare in pochi minuti luci, ombre e colori. Pensiamo ai paesaggi inquieti di Giovanni Fattori come nella “Libecciata”, o ai tetri scenari di Constable con le emozioni della tempesta sul mare dove soffia il vento più impetuoso. O ancora alle dame degli impressionisti dagli abiti svolazzanti, intente a trattenere l’elegante cappello. Solo gli artisti si possono permettere di fermare il vento, catturarlo e farlo soffiare in quella magica forza che si sprigiona nei loro capolavori.

E.Farioli