E’ un Museo quello aperto a Villa Bernasconi a Cernobbio? Qualche dubbio può legittimamente venire a chi lo visita perché a prima vista sembra una villa come ce ne sono tante lì intorno. In realtà, è la stessa villa, con la sua storia ultracentenaria, le sue stanze, l’atmosfera che si respira, ricostruita attraverso arredi, musiche, esperienze multisensoriali e multimediali, che si mette in mostra. E’, come dicono gli organizzatori, “una casa che ti parla” e che, senza reticenze, mostra i suoi segreti.

Quando il visitatore entra è accolto proprio come un ospite. Qui sta la novità rispetto ad altre esperienze museali forse un pò troppo paludate. E come un ospite, la persona che visita la villa può muoversi liberamente: può passeggiare nel grande giardino, e, una volta all’interno, entrare nelle varie stanze – non ci sono itinerari prestabiliti –  curiosare nei cassetti, ammirare le opere esposte e rispondere al telefono (è una trovata originale che non riveleremo ma che non mancherà di stupire i visitatori).

Villa Bernasconi è più piccola delle monumentali e splendide villa vicine, come Villa Erba e Villa Este, ma non ha nulla da invidiare loro, soprattutto perché è un piccolo gioiello dello stile Liberty. Fu costruita nel 1906 da Campanini, noto architetto, con una struttura innovativa, ricorrendo a forme, volumi, decori e materiali inediti che davano alla costruzione, arricchita di stucchi, ferri battuti, vetrate dai mille riflessi, una leggerezza  e una eleganza incredibile che risentiva dello spirito nuovo che aleggiava a quell’epoca (la Belle Epoque), tra spinte sociali, innovazioni culturali e l’afflato modernista che spirava dall’Art Noveau.

La villa è appartenuta a Davide Bernasconi, che fondò le Tessiture che portano il suo nome e che contribuirono allo sviluppo del distretto della seta, dando lavoro a migliaia di persone, con le quali aveva un rapporto che andava oltre un certo stile paternalistico, dando importanza al valore del lavoro e al rispetto delle persone. Lo stanno a testimoniare la società di mutuo soccorso per gli operai che lui fondò, l’asilo per i figli dei dipendenti, le abitazioni per le maestranze.

La Villa da casa di famiglia divenne in seguito sede della Guardia di Finanza, poi del municipio e location per mostre ed eventi. Oggi, come abbiamo visto, è un museo “sui generis”.

Qualche accenno alle sale che troverete al suo interno. All’ingresso, è esposta un’istallazione di arte contemporanea a firma di Gramazio Kohler Research che è uno sguardo verso il futuro, considerato che il lavoro, una maglia digitale, è prodotto da un robot e realizzato con una stampante 3D in verticale. Nella veranda vi è la prima Wikistazione in Italia, una postazione per collegarsi a Internet e collegarsi a Wikipedia.

C’è poi un salottino d’epoca in stile Liberty, la sala del pianoforte con l’esposizione di alcuni quadri provenienti dalla Pinacoteca Civica di Como e la sala da pranzo dove in un filmato è stata ricostruita una cena in villa del passato. Al primo piano, vi sono installazioni che illustrano l’attività lavorativa delle industrie Bernasconi. Il ciclo di vita del baco da seta e un telaio, sul quale ognuno potrà contribuire – muovendo la navetta sull’ordito – alla realizzazione di un manufatto lunghissimo. Nelle altre stanze continuerà la storia delle Tessiture Bernasconi con le testimonianze di numerosi operai che vi hanno lavorato e che potranno essere ascoltate e viste, solo… aprendo i cassetti “magici” della memoria che questa grande azienda ha voluto conservare e condividere.

Il museo nasce dal progetto “Liberty Tutti”, sviluppato dal Comune di Cernobbio in partenariato con la Cooperativa Sociale Mondovisione e cofinanziato da Fondazione Cariplo. L’iniziativa è stata inoltre realizzata con il contributo di Regione Lombardia e il coinvolgimento, a vario titolo, di numerose e importanti istituzioni museali e culturali del territorio.

Museo Villa Bernasconi, Largo Campanini 2

Orari: lun.-ven. 14 – 18; sab. dom 10-18

Biglietto intero: 8 euro; ridotto: 5 euro

Ugo Perugini