marcello morandinimarcello morandini

Ancora prima che Varese si illumini, c'è già chi si è rabbuiato. Ed è Marcello Morandini, l'artefice, uno degli artefici della rinata piazza Monte Grappa, inaugurata lo scorso novembre, e da pochissime ore rimessa a nuovo dopo un solo anno di trascuratezza e sporcizia.

L'artista-designer non ha affatto gradito la decisione dell'amministrazione pubblica di impiantare come punto focale degli eventi natalizi cittadini un enorme pista ghiacciata proprio là, intorno alla fontana, in quella piazza  dove sono state posate pietre delicate, cromaticamente e materialmente pensate per essere viste, rispettate, votate al passeggio.

Difficile, insomma, digerire la deroga ai tavolini del bar, ostico, non solo per Morandini, mandar giù il vandalismo quotidiano e quello non giustificabile dall'orgasmo del tifoso. Ma anche sulla copertura totale con una struttura fissa, serpentine, placche di metallo, non si può non far buon viso a cattivo gioco.

E così Morandini è ritornato all'attacco. Sa che quello spazio nel preciso momento in cui il progetto è stato licenziato dai suoi autori e realizzato dall'amministrazione è diventato pubblico. La tutela che può esercitare è al limite, come si usa dire, una moral suasion, sull'opinione pubblica e sui gestori della comunità.

"Sono quasi disposto a farmi legare nudo in piazza- dice quasi scherzando ma non troppo l'artista – perché non è giusto che si privi, pur per un motivo anche nobile come la vivacità cittadina sotto Natale, uno spazio espressamente dedicato al passeggio, alla tranquillità. Non è giusto che le uniche piazze diventino i centri commerciali. Senza contare l'aspetto assurdo di spendere soldi per riparare ai guasti dei vandalismi e ricoprirla pesi e strutture che nel migliore dei casi rappresenta no comunque un rischio per la incolumità dei materiali da noi utilizzati".

La pista, che andrà ad essere inaugurata l'8 dicembre per rimanere a disposizione del pubblico fino a dopo l'epifania di fatto sarà sopraelevata: appoggiata ad una base di tralicci di metallo i quali poggiano su tondelli direttamente applicati alla pavimentazione appena riportata al lucido originario.

Per un artista che non si capacita, un altro, Giorgio Vicentini che è chiamato in causa. Suo il logo della manifestazione. Doveva chiamarsi Varese Illuminata l'intera ciclo di eventi. Slogan un po' prosopopeico. Vicentini ha virato, forse in meglio, in Illuminare Varese, quasi un auspicio, una speranza. Che l'artista varesino, ora residente a Induno Olona, come spesso si usa da queste parti, ha regalato all'amministrazione.