Un'opera di FresuUn'opera di Fresu

C'era una volta un re – L'inizio di questa filastrocca, che si ripete all'infinito, può essere l'incipit ideale per presentare la pittura di Paolo Fresu, che racconta una storia, o meglio immagina dei personaggi, che fanno parte di una storia. Sta a chi guarda immaginare il racconto, ciò che l'apparenza di quel personaggio, reso con segno grafico inconfondibile, fra trine e pizzi, suggerisce. L'artista ci aiuta, a volte, con didascalie, quasi a voler imprimere nella memoria dell'osservatore  l'identità dell'attore, che dipinto sulla tela, è come se calcasse la scena di un teatro, quello della vita. La storia è popolata di re, regine, giullari, carte da gioco, carrozzoni, un circo di varia umanità con nasi adunchi, baffi, occhi cubisti. Alla prima lasciano perplessi, poi come le "figurine che da bambini si raccolgono", finchè la squadra non è completa, si cerca il personaggio mancante di quella storia che man mano ci si racconta davanti alla commedia dipinta, mentre ad uno ad uno, quei personaggi calcano la passerella, al termine del melodramma messo in scena.

Melodramma in pittura – Fresu all'infinito come la filastrocca immagina personaggi e situazioni, con un'ironia a volte pungente, a volte velata, a volte espressamente irriverente perché mette in pittura il senso teatrale del melodramma: esprime con forme esagerate le passioni umane, senza mai perdere un senso latente di divertimento, che ogni sua "figurina"

Un'altra opera dell'artistaUn'altra opera dell'artista

manifesta e rende partecipe il suo possessore. Nella personale tradatese s'incontreranno tutti, o quasi, questi personaggi e sarà un'occasione per conoscere il mondo di fervida immaginazione, calata nella realtà trasfigurata dal potere espressivo del codice teatrale applicato alla pittura, di Paolo Fresu, che non è solo pittore, ma  scultore e ceramista.

Eclettiche esperienze – La sua formazione non è canonica, o meglio, frequenta il liceo artistico di Torino (nasce ad Asti nel 1950), inizia l'Accademia Albertina, ma l'interrompe per dedicarsi alla scenografia teatrale, cinematografica e televisiva ("Come e perché crollò il Colosseo" di Luigi De Filippo, Napoli 1981; "Grunt", di Giorgo Faletti e Andy Luotto, Roma 1982; "Fantastico 90", Rai Uno, Roma 1990; "Il malato immaginario", Teatro di Asti). Nel frattempo coltiva una sua personalissima ricerca pittorica, e non solo, che conosce una fase espressiva con sperimentazioni materico-cromatiche, seguita negli anni Settanta e Ottanta da una produzione prevalentemente costituita da chine e pastelli, fino a giungere agli anni Novanta, nei quali i cicli pittorici dedicati all'allegoria umana assumono sempre più spazio e profondità simbolica. 

Personale
di
Paolo Fresu
3 ottobre – 3 novembre 2009
Galleria "I Portici" di Mirko e Giancarlo Spina
Inaugurazione: sabato 03 ottobre 2009 ore 18.30
Via Cavour, 11/13
Tel. 0331/842239 (tutti i giorni dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 16.00 alle 19.30)
Tradate (Va)