Lo studio dell'artistaLo studio dell'artista

Paesaggi inconsci – Giuseppe Ventura è una artista schivo, non ama mostrarsi: per lui, però, fortunatamente parlano i suoi quadri: paesaggi che nascono dal caso, creati con una tecnica veloce e imprevista, con il colore che si sparge sulla superficie della tela e che viene ricondotto alla forma grazie al colpo d'occhio e di spatola dell'artista. I suoi sono dipinti istintivi e istantanei e ripropongono immagini inconsce all'interno del suo vissuto. Le lunghe file di case ricordano i paesaggi pugliesi, di cui lui è originario, si incrociano con linee di scalinate e alberi, che appaiono qua e là come gli unici segni capaci di restituire un senso di realtà all'osservatore.

Nati per caso – "Sono quadri molto casuali – confessa Ventura – all'inizio non so di preciso cosa uscirà, dipende dal formato della tela e da altre cose: cerco di lasciare il quadro non definito per dare a chi guarda la possibilità di immaginarsi e crearsi il "suo" paesaggio: a me piace pensare che un quadro debba essere scoperto pian piano, è un'immagine che muta a seconda delle ore del giorno, degli stati d'animo".
Un modo casuale di fare arte che comincia dalla gestualità che crea l'immagine di fondo, una macchia di pittura che viene poi arricchita con piccoli particolari e colpi di spatola che restituiranno senso ed equilibrio estetico al tutto, dando la proporzione e la dimensione della prospettiva, elementi che permettono di ancorarsi al conosciuto e al riconoscibile.

Un'operaUn'opera

Ricordi di Puglia – "Alla fine sono venute fuori le mie origini, io essendo nato in Puglia: vedi questi agglomerati di case? Sono come dei grand'angoli sul volto urbano di quella terra, è qualcosa che c'era nel mio dna e che è venuto fuori, qualcuno ha detto che sono alla ricerca della casa ideale, ma io non credo sia così."
"In ogni quadro c'è un piccolo passaggio – continua Ventura – un'evoluzione che non so dove mi porterà. Ogni volta scopro qualcosa che aggiungo o valorizzo nel quadro successivo, sento che questo mi sta portando all'astrattismo, che secondo me è la fine naturale di tutta la pittura." Ventura per adesso però confessa di non voler seguire le vie dell'astrattismo, per restare in un orizzonte riconoscibile, seguendo comunque il gesto e il suo innato gusto per il colore e l'equilibrio del segno.
La sua è una sperimentazione continua all'interno del mondo delle forme, sempre alla ricerca di una regolarità estetica che sappia appagare l'occhio. E infatti Ventura piace, per quei misteriosi e inconsci processi che rendono piacevole una forma scolpita o una superficie dipinta.