Un'opera di Andlovitz del Museo di CerroUn'opera di Andlovitz del Museo di Cerro

La delega alle Province  – Il patrimonio architettonico, artistico, archeologico in un click. E' on line, da qualche tempo, la nuova versione del portale "Lombardia Beni Culturali", un nuovo luogo virtuale dove Regione Lombardia sta, progressivamente, inserendo un patrimonio stimato in circa 600.000 schede coordinate alla documentazione fotografica. E', il progetto, l'esito di una lunga campagna di catalogazione dei beni immobili regionali che Regione Lombardia gestice sulla base di singole convenzioni con enti amministrativi locali, diocesi, istitutiti di ricerca, musei.

I beni a portata di mouse
– In rete, sul nuovo portale, un vero e proprio database che raccoglie le risorse storico archivistiche, le stesse già presenti in "Lombardia Storica" e i cataloghi di architetture, opere e oggetti d'arte, stampe e incisioni, fotografie e reperti di archeologia. L'inserimento procede per gradi, seguendo, un processo di realizzazione delle campagne e una sorta di successivo collaudo prima di essere del tutto disponibili dal nuovo portale.

Una tela di Graziani della GamUna tela di Graziani della Gam

Criteri di ricerca – Sul quale, ad oggi, è possibile già navigare secondo diversi criteri di interrogazione di singole banche dati, per tema e argomento, ma anche attraverso accessi geografici che permettono la consultazione di tutto il patrimonio finora accessibile collegato alle singole località, comuni, località, frazioni).
Un progetto che nasce da lontano e che muove dalla campagna di catalogazione SIRBeC, promossa da Regione Lombardia, sulla scorta del precedente programma di catalogazione ministeriale ICCD.

I tre musei presenti
– La massa di informazioni, si diceva, è ancora in fase di inserimento. Non tutto il patrimonio culturale e le collezioni museali provinciali sono infatti del tutto archiviate. In alcune specifiche banche dati, peraltro, sono presenti e visionabili opere d'arte e reperti archeologici, fotografie;  in queste il Varesotto è presente con la già ampia schedatura messa in atto dai Musei di Gallarate, Cerro di Laveno e dal Museo Parisi Valle di Maccagno