Stefano ViolaStefano Viola

Classe 1976. Stefano Viola ha già in tasca una laurea conseguita presso la facoltà di Architettura del Politecnico di Milano nel 2005 e il diploma di un corso di specializzazione in "Operatore recupero e Restauro Centri Storici: Archeologia preistorica e restauro materiali archeologici". Visto che non c'è due senza tre, ha pensato di continuare coi suoi studi, frequentando il Master Erasmus Mundus in "Quaternario e preistoria" presso la Facoltà di Scienze Naturali dell'Università di Ferrara. Ha terminato il master, a pieni voti nel 2007 con una tesi dal titolo: "Per una nuova lettura della necropoli del Bronzo Antico di Arolo di Leggiuno (Va)". Una ricerca che ha portato allo scoperta d'importanti novità per l'archeologia del nostro territorio. La passione di Stefano per l'archeologia si è cosi convogliata in questo progetto di ricerca nato anche per volere del museo Archeologico di Sesto Calende che conservava parte dei reperti della necropoli.

Il Monte Piaggio visto da il lungo lago di Arolo, la necropoli sIl Monte Piaggio visto da Arolo,
la necropoli si trova ai
piedi della parete calcarea

Come e quando è stata scoperta la necropoli?
"La necropoli di Arolo di Leggiuno, era posta ai piedi di una parete calcarea su di un terrazzo in sponda al Lago Maggiore e venne messa in luce nel 1967 durante lo scavo delle fondazioni di una villa privata che la distrusse. Ho provato più volte durante il mio lavoro di ricerca a contattare i proprietari di quel terreno, per vedere di persona il luogo, ma non mi è stato concesso il permesso".

Cosa hanno portato alla luce gli archeologi?
"La necropoli ha restituito materiali di varie epoche compresi in particolare tra l'età del Rame e il Bronzo Antico e tra il Bronzo finale ed il primo Ferro. Tale scoperta avvenne in un momento della ricerca archeologica italiana in cui si disponeva ancora di pochissimi dati affidabili su sepolture Eneolitiche e dell'antica età del Bronzo di tutta l'Italia settentrionale".

Che tipo di recerca hai quindi intrapreso?

"La richiesta di questi studi veniva dal Museo Archeologico di Sesto Calende, in collaborazione con loro si è deciso di intraprendere un lavoro di ricerca, catalogazione e revisione di tutti i materiali inerenti alla necropoli nel tentativo di rivedere sia le attribuzioni cronologiche alla luce di studi recenti che la stessa entità numerica dei materiali sparsi tra il magazzino della Soprintendenza di Milano ed il museo Archeologico di Sesto Calende. Non essendoci il contesto e la documentazione di scavo (cosa fondamentale) le varie considerazioni sono sulla base di confronti di natura cronoculturale con contesti di scavo certi e soprattutto recenti.

Cosa sei riuscito a scoprire?
"Nonostante la totale assenza di stratigrafia, il lavoro
di revisione, in senso tipologico, dei materiali provenienti necropoli ha consentito di distinguere almeno due momenti di frequentazione in epoche pre-protostoriche, e, con il ritrovamento di nuovi materiali, di indiziarne un terzo al passaggio con la "Storia", in un quadro complesso e risultante da molteplici influssi sovraregionali".

Boccale carenato del Bronzo Antico II S.T. 25845 (scala 1:2)Boccale carenato del Bronzo Antico II  (scala 1:2)

Un passo avanti per un percorso ancora lungo?
"Sì, a oggi si può dire che sembrerebbero materiali di epoca preromanizzata, ma l'effettiva provenienza dei nuovi ritrovamenti è un pò indubbio. Dovrebbero autorizzare il proseguimento degli studi e, se si tratta di fossili, provare a risalire al giacimento di partenza e determinare il mare di provenienza. L'approfondimento sulle conchiglie (Denatlium) è importante per il discorso degli scambi ma l'impressione e che molte non arrivino dai dintorni di Arolo; (vicino c'è il sito fossilifero di Taino…) sono troppe!! quindi sarebbe utile determinare da dove vengono (mare, ecc). Infine il frammento neolitico (di provenienza certa perchè menzionato nell'articolo del Dott. Mira Bonomi, colui che recuperò i materiali negli anni '60) lascia supporre che ci fosse un qualche tipo di occupazione del territorio in epoca precedente…"

Un lavoro interessante che si spera possa continuare a stupire gli esperti. L'archeologia rimane però un campo ostile che riceve spesso poca considerazione. Anche Stefano confessa che non è per niente semplice avere fondi e trovare un'occupazione stabile "occupandomi di paleologia in effetti è difficile trovare lavoro, ma è una passione e continuerò a portala avanti". Il giovane studioso continua però ad agire sul campo partecipando a diversi scavi archeologici e non mancano nel suo curriculum convegni e conferenze. Costanza e determinazione, oltre che capacità, speriamo ricevano il giusto compenso.