Una delle opere in mostraUna delle opere in mostra

"Il viaggio è una condizione dello spirito, stato di stupefazione, di incantesimo, di avventura, presago di quell'altra che (è) sarà la realizzazione dell'opera d'arte". La metafora del viaggio, come sottolinea la curatrice della mostra Martina Corgnati, attraversa tutta la ricerca di Gabriella Benedini (Cremona 1932), che allo Spazio Oberdan presenta opere degli ultimi decenni con un allestimento che coinvolge lo spettatore in ambienti di grande suggestione. La condizione mentale e fisica a cui il viaggio dispone è paragonabile alla condizione in cui nasce l'opera d'arte: una capacità di stupirsi di fronte al reale e di reinventarlo secondo forme che sembrano radicarsi nei saperi più antichi dell'umanità. Dai viaggi in paesi lontani, come il Messico, la Colombia e il Medio Oriente, e dalle lunghe passeggiate sulla spiaggia Benedini raccoglie i materiali del suo lavoro: relitti di barche, frammenti di vetro, pezzi di scarto modellati dal mare rivelano nelle opere dell'artista la loro metamorfosi, il loro diventare "simboli" o "segni" di nuove costellazioni, mappe e strumenti musicali, con un intento in un certo senso "ecologico" che ha le sue radici in una riflessione avviata negli anni Settanta con la realizzazione di video dedicati al tema dell'inquinamento come Diutop.

Il percorso della mostra inizia con due grandi Arpe, che

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con le loro forme concave sembrano alludere a vele in procinto di salpare e nello stesso tempo suggeriscono armonie di suoni, per proseguire con Costellazioni, un'installazione in cui si rapportano, quasi in una narrazione mitica, un Relitto, costituito dallo scheletro di una vecchia imbarcazione, e un cielo stellato, di dieci tele sul cui fondo blu affiorano parole, frammenti e oggetti. L'allestimento delle opere, studiato dall'artista in relazione agli spazi delle sale, non è mai casuale o semplicemente cronologico, ma avvicinando lavori spesso realizzati ad anni di distanza, fornisce nuove e inedite possibilità di significazione e di lettura. Nella sala centrale della mostra ad esempio Mappa del cielo del 2012, costituita da dodici veli disposti in cerchio su cui sono disegnate le costellazioni, dialoga con Arpa marina del 1998, alludendo alla relazione tra i corpi celesti e la lunghezza delle corde degli strumenti musicali di cui parla Pitagora. La musica è al centro anche delle opere intitolate Musiké (2011-12), realizzate sempre con ferri e oggetti di recupero, trasformati in leggeri e aerei strumenti musicali. La mostra si conclude con Bibliotheca, un ambiente in cui sono disposti su scaffali i 130 libri creati quest'anno per l'Associazione dei "Cento Amici del Libro": poesie inedite di Maria Luisa Spaziani sono contenute in opere libro create da Benedini. Come ha sottolineato Corgnati, "nella confezione dei libri, come altrove, il metodo di Gabriella Benedini si basa sulla perlustrazione di occasioni poetiche, sulla curiosità per il detrito, sulla rivitalizzazione delle piccole cose. Ella legge l'immagine in trasparenza, la ordina in base alle affinità elettive, alle assonanze, alle vibrazioni, e la inserisce così nel testo giusto".

Gabriella Benedini. Non si riposa il mare
a cura di Martina Corgnati
Spazio Oberdan, Milano, Viale Vittorio Veneto 2
Dal 21 settembre al 4 novembre 2012
Orari: mercoledì, venerdì, sabato e domenica dalle 10.00 alle 19.30
martedì e giovedì fino alle 22.00
chiuso il lunedì
Ingresso libero