Rimini -Se si intende approfondire la figura di Tonino Guerra come sceneggiatore è fondamentale conoscerne l’aspetto poetico. Se si intende approfondire l’aspetto poetico è fondamentale approfondire il suo essere pittore e scultore.
Da tali percorrenze e rimandi emerge la levatura creativa dell’uomo e dell’artista.

Quale titolo più appropriato se non “Nel mondo di Tonino Guerra” per la mostra a cura di Luca Cesari in corso al Castel Sismondo a Rimini per comprendere la poetica del Maestro.
L’articolato allestimento strutturato in più spazi evidenzia come il suo mondo fosse vivido di ispirazione creativa, mossa idealmente dal volo di una farfalla quale visone di libertà “Contento proprio contento/sono stato molte volte nella vita/ma più di tutte quando mi hanno liberato/ in Germania/che mi sono messo a guardare una farfalla/ senza la voglia di mangiarla”, scriveva in una sua poesia.
La lievità di quel volo compare in molte delle opere in mostra accompagnata da costruzioni floreali che rimandano a scrigni privi di segreti tanto è il succedersi armonioso delle trame segniche che li compongono.
In altri lavori volano unite costellando la figura sorridente di una matriosca, ma anche cadenzando la danza di foglie mosse dal vento.
Come in un fanciullo lo sguardo di Tonino Guerra si anima quando passeggiando in una strada di Parigi scorge in una vetrina “Delle anatre costruite a mano, vecchissime, torte, come possono essere torte le pigne”, così scrive di suo pugno.

Da tale stupefazione prendono origine, tra pittura e tridimensionalità gli Anatroni e la collaborazione con la ceramista Carla Lega, sagome rese lievi, pur nella loro immanenza strutturale, dall’armonia delle forme e dalla tenuità cromatica.
L’interesse per la ceramica prosegue con le Formelle, collezione creata nel 2008 e realizzata a Los Angeles nell’autunno del 2009 alla Galleria RV Barts, grazie al contributo della ceramista Luciana Romanelli.

La morbida cadenza delle onde pare accompagnare le distinte fasi della mostra, accostandosi, di volta in volta, ai cavalli, ai vasi, agli Anatroni sino a mutarsi in altre forme della natura quali elementi decorativi delle Scatole, intese come piccoli luoghi di pensieri nascosti.
Solo un poeta è in grado di trasformare i propri cardini culturali in opere d’arte; prendono così forma il cavallo di Ulisse nato da un ideale viaggio di Tonino Guerra e l’eroe greco e le Lanterne di Tolstoj momento in cui il narratore, lo sceneggiatore, il poeta e l’artista divengono un’unica fonte creativa immaginando come le fioche luci emesse dalle lanterne avessero illuminato gli ultimi momenti di vita dello scrittore russo.

Tonino Guerra trasporta cose e persone in contesti che, staccandosi dalla realtà, conducono ad un immaginario narrativo dove la fiaba è incanto e l’incanto svela quanto di mirabile vi sia nella realtà.
Percorrendo “Nel mondo di Tonino Guerra” si comprende la sua infinita profondità di sguardo, le vibrazioni che dagli occhi devono avere delicatamente vagato tra il pensiero e il cuore; tutto al fine di comporre uno scenario emotivo e vibrante di idee, ogni disegno, ogni scultura paiono messe lì per essere in seguito utilizzate al fine di comporre una storia infinita, senza tempo, dove ognuno può essere, se pur come comparsa, minima presenza.
Questo è il generoso dono lasciato a noi da Tonino Guerra.

“Nel mondo di Tonino Guerra” – Rimini – Castel Sismondo Ala di Isotta, Piazza Malatesta. Fino al 23 gennaio 2022. Orari: martedì venerdì 10-13/16-19; sabato, domenica e festivi 10-19. Chiuso lunedì.

Mauro Bianchini