Lavora con i tessuti, la fotografia, la pittura, il piombo, l'alluminio, il legno, materiali che l'hanno aiutata a interpretare i suoi ricordi. E' Florencia Martinez, argentina di nascita ma con delle radici familiari che affondano in terra varesina. Grazie alla zia, mercante d'arte, fin da piccola vive un'atmosfera che la indirizza naturalmente verso la carriera artistica.

Nella città natale, Buenos Aires frequenta l'Accademia di Belle Arti San Martin e l'Accademia di Belle Arti De La Càrcova, allieva del pittore Jorge Dermijian. Tra il 1986 ed il 1988 frequenta l'atelier di Carlos Gorriarena, sarcastico pittore di scene di vita quotidiana; tra il 1988 e il 1990 quello di Roberto Pàez, per approfondire la tecnica del disegno.

Questi maestri e il duro clima politico dell'epoca determinano il suo stile che, inizialmente, è di tipo espressionista. Ma la sua natura trova una seconda espressione nella lettura di poesie. Nomi come Kavafis, Eliot, Cummings e Alejandra Pizarnik rappresentano per lei uno strumento da cui trarre quei valori per cui vale la pena vivere. Uno di questi valori è la ricostruzione della propria memoria storica; sua madre, infatti, ha origini varesine.

Florencia Martinez decide quindi di trasferirsi in Italia nel 1990. Quasi subito trova impiego nel gruppo Repubblica come illustratrice, e realizza molte delle copertine di Tuttomilano, il celebre inserto del quotidiano. Ovviamente non abbandona la sua ricerca artistica. Nel 1997 cominciano a delinearsi i temi che la porteranno alla formulazione del suo stile. Innanzitutto l'attenzione per il mondo femminile. Da artista, lei si concentra sul mutamento del ruolo della donna nella società contemporanea. Se da una parte ciò ha permesso una maggiore valorizzazione delle proprie capacità individuali, dall'altra ha provocato una frattura nei rapporti con le persone dell'altro sesso, oltre che a uno spaesamento, un disorientamento, una perdita di punti di riferimento a cui affidarsi.

Un altro tema è proprio quello della memoria. La stessa Florencia Martinez, riassume questo concetto con una bellissima frase: "Io vivo nel presente pensando a cosa ricorderò domani." Nella memoria ritrova il calore degli affetti, e la nostalgia, il desiderio indomabile della composizione di tutti i conflitti. La memoria è un ambito dove i ricordi personali si amalgamano con quelli degli altri, e tutto ciò che vi finisce dentro è utilizzabile in prima persona. Infatti, come dice la stessa artista, la memoria è come una pasticceria dove ognuno può scegliere ciò che più gli piace.

La soluzione tecnica scelta da lei è di dipingere su tela ricamata; i motivi ornamentali fanno riferimento a una dimensione intima, domestica, dove gli affetti si costruiscono nella quotidianità. Sui tessuti lei stampa frammenti di foto in bianco e nero, perlopiù appartenenti al dopoguerra. Così come nella memoria i ricordi si assommano e si accavallano, con le immagini si creano situazioni paradossali. L'artista ricama storie di persone che le raccontano esperienze di vita vissuta, dando così alla parola la sua forma e facendola diventare traccia da tramandare.