Un progetto di riqualificazione del centro storico insieme al restauro di una casa, quella lasciata in eredità al FAI da Marialuisa Macchi. La rinascita di Morazzone prende le mosse proprio da qui, da questa antica dimora all'ombra del campanile.
Un accordo tra FAI, Regione Lombardia e Comune di Morazzone dal valore di oltre 4 milioni di euro, che consentirà di potenziare l'offerta turistica e culturale oltre che a sviluppare attività economiche e commerciali.
"È il recupero delle nostre radici – ha detto il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni – Casa Macchi è una struttura straordinaria, lasciata in eredità al Fai, che con il contributo della Regione, apriremo al pubblico rendendola fruibile a tutti i cittadini".
"Il progetto di Morazzone – ha spiegato l'assessore Cristina Cappellini – rientra perfettamente nelle politiche culturali di Regione Lombardia, con l'obiettivo di restituire ai territori i loro beni culturali, che sono parte integrante della storia delle comunità. Una dimostrazione concreta di quanto l'azione della Giunta Maroni sia stata improntata fin dall'inizio alla valorizzazione di tutti i territori lombardi, dimostrando quindi di non essere 'milanocentrica', perché ogni territorio racconta una sua storia, attraverso piccoli grandi patrimoni che abbiamo il piacere e il dovere di recuperare e tutelare soprattutto per le nuove generazioni che rischiano altrimenti di perdere per sempre pezzi di storia e di vita".
Mentre il Comune di Morazzone progetterà e metterà a punto il nuovo arredo urbano, viabilistico e infrastrutturale del centro storico, al fine di renderlo più attrattivo in termini turistici e creare nuove opportunità imprenditoriali, il FAI si occuperà del recupero di Casa Macchi e del suo giardino.
La Casa è un rarissimo esempio di contesto abitativo completo di ogni minimo dettaglio, in grado di comunicare, con straordinaria uniformità di stile e con un ricco repertorio di tessuti, fotografie, dipinti, abiti e oggetti uno spaccato di vita e un preciso periodo della storia del gusto e dell'abitare italiani e in particolare lombardi. Quello che lo storico Giuseppe Armocida chiama "l'esperienza di un vivere benestante, delle case con il gusto del vermouth al pomeriggio, tipica di una società vecchia da ricordare non con nostalgia ma con un certo piacere".
In questo "piccolo mondo antico", ci sono ancora i vasi di porcellana sul camino, il servizio per il tè in salotto, il soffitto con medaglioni affrescati con fiori e frutta; nella penombra, le foto appese alle pareti e le stampe raccontano un passato recente dal sapore famigliare. Una casa in cui il tempo sembra essersi fermato e nonostante la polvere e gli inevitabili crolli ancora sa di vita quotidiana.
"Nel 2015 una signora che non conoscevo personalmente – racconta il vicepresidente esecutivo del Fai Marco Magnifico – ci fece un lascito testamentario donando la sua casa e una cospicua somma per restaurarla. Quando la visitai per la prima volta non pensavo di accettare questa eredità, poi mi sono detto che non potevamo tirarci indietro. Rimasi interdetto. C'erano ragnatele e alcune parti erano crollate, ma sostanzialmente mi ritrovai catapultato in una vecchia casa borghese dell'Ottocento, con tutte le sue parti e gli arredi perfettamente conservati. Giornali, lampade, poltrone, persino un vecchio bagno in porcellana. Sono rimasto incantato da questa fotografia di vita, impressa in quelle stanze".

La donatrice della Casa è Maria Luisa Macchi
. Era nota in paese come la "signorina", e volle conservare perfettamente la casa, proprio come l'avevano arredata i genitori. Negli ultimi anni di vita si ritirò in una casa di riposo e scelse il FAI per farla gestire.
"Un progetto come Casa Macchi – ha continuato Magnifico-riporta il sangue nelle vene del centro storico è che è rimasto intatto. Morazzone non è Castiglione Olona e casa Macchi non è Villa Panza o Villa della Porta Bozzolo, non ha niente di grande pregio, ma racconta la quieta vita quotidiana della gente che ha fatto la storia vivendo nei suoi paesi. Casa Macchi sarà un luogo dove racconteremo la storia semplice, fatta di tradizioni e abitudini. Non sarà un museo, sarà la casa con la vita che scorreva in una famiglia colta, ma normale. La signora non era mai più entrata nella sua villa. Così l'abbiamo trovata come venne lasciata quarant'anni fa. C'erano delle ragnatele come opere d'arte. Il restauro sarà rispettoso di quello che era la casa".
"Ci aspettiamo come minimo 15-20mila visitatori, si pagherà un biglietto, ma i morazzonesi entreranno sempre gratis perchè è casa loro – annuncia Magnifico – siccome si entrerà dall'ex negozio alla destra del portone, la mia idea è di metterci dentro una merceria, come quelle di una volta che oggi non si trovano più nei paesi, che farà anche da biglietteria".