Stanza azzurra, 1992Stanza azzurra, 1992

C'è forse qualcosa di attardato nella pittura di Stefano Levi della Torre. Di quanto si diceva ai tempi in cui furoreggiava la battaglia della pittura d'avanguardia è un po' tardo impressionista, vagamente novecentesco. Figurativo, si, ma non la figurazione aggressiva degli ultimi anni. Nemmeno quella prediletta da molti dell'iperealismo.

Stanze, interni, scorci di interni, ravvicinate prospettive su tende e comò, primi piani su credenze, e pentolame assortito; sponde del letto, ante di armadi che si aprono, porte socchiuse ad intravedere al di là; porzioni di scaffali, vecchie librerie; e ancora giardini, come davvero un vecchio genere pittorico d'antan, i filari di pioppi. La natura morta, il cesto di mele. La cassetta con i pesci.

Scrisse l'anno sccorso l'attore e amico Elio De Capitani a proposito delle sue opere: "Tutto è come ritirato lontano dalle tragedie grandi e rumorose, in un mondo che esclude la macchina, un mondo privato salvato dagli eccessi del contemporaneo, salvato dalla tempeste del vivere, come una casa di vacanza, luogo sospeso, fuori dai confini che ci dona il tempo magico in cui ci ritiriamo a dipingere o a scrivere un libro. Ma restando noi stessi, legati a tutti i tormenti e atutte le riflessioni che ci fanno essere quelli che siamo".

Ma ci si rende conto poi della cifra di questo pittore, architetto, di professione intellettuale. Che è di suadente modernità, ma senza clamore. La modernità della malinconia e della nostalgia, la modernità del dubbio, la modernità dell'impossibilità a riparare l'ordine una volta che è rotto.

Si chiama Moltitudini, la mostra in corso alla Duet Art e la moltitudine è il tema che ricorre in questi bellissimi, inattuali, piccoli gioielli pittorici: quella dei binari visti da un ponte, quella dei filari, delle piante di mais, delle greggi – altro tema caro a Levi – dei volumi, dei faldoni, degli appunti, delle stoviglie.

Ma vale anche per le Moltitudini di raffinatezza pittoriche che emergono da queste tele: i blu, che fioriscono in gamme tonali via via squillanti o raccolte, le punte di rosse intenso, anche solo per pochi centimetri all'interno di un quadro, i rosa degli incarnati, dei muri, dell'aria che circola.

Stefano Levi della Torre – Moltitudini
Duetart GalleryVarese – Vicolo Santa Chiara 4
Fino al 7 marzo
orari: da martedì a sabato 15.30-19.30
info@duetart.com