Salvatore SettisSalvatore Settis

L'esternazione – Una lettera pubblica sul Sole 24 firmata Salvatore Settis, in qualità di presidente del Consiglio Superiore dei Beni Culturali e Paesaggistici, da tempo uno dei più accaniti difensori della tutela del paesaggio, ha gettato nello scompiglio i vertici del Ministero dei Beni Culturali. Non è andato leggero, Settis, esponendo la sua preoccupazione sulla precarietà e sulle difficoltà di gestione dei Beni Culturali in Italia, aggravate – qui il punto cruciale – da un restingimento probabile di fondi pubblici a disposizione del settore. Secondo l'esperto, le prospettive non sarebbero per niente rosee, nel caso venissero messe in atto le restrizioni priviste in finanziaria. "I tagli ai Beni culturali non vengono operati su attività marginali né su progetti  opzionali – ha scritto – la maggior parte della riduzione di spesa prevista per il triennio 2009-11 grava infatti sulla voce «Tutela e valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici», cuore e "ragione sociale" del ministero". Morale: sul bilancio del Ministero, ammonisce, resterà solo quanto necessario per pagare gli stipendi. Senza nemmeno la possibilità di garantire un adeguato turn over con nuove assunzioni per ringiovanire l'organico. "Un Ministero dei Beni e Attività culturali 'allo stato larvale", sentenzia Settis. Il rischio, e da tempo lui ed altri lo vanno denunciando, è che le Regioni possano in maniera più arbitaria assumere il ruolo di coordinamento e gestione dei beni culturali.

Con rammarico, si dimetta
– Presa di posizione irrituale? Si, almeno secondo il sottosegretario del ministro Bondi, Francesco Giro. A stretto giro di posta,  il funzionario ministeriale invita Settis alle dimissioni, senza giri di parole. "La critica anche dura e sferzante è assolutamente legittima e benvenuta – afferma Giro – ma quando viene esibita sui giornali da chi possiede

Sandro BondiSandro Bondi

precise responsabilità istituzionali con disinvoltura e gusto per la polemica, allora questa stessa critica diventa strumentale". Per il sottosegretario, in sintesi, Settis avrebbe rinunciato a confrontarsi con l'istituzione e ad esercitare le prerogative che gli venivano riconosciute. "Con rammarico ne prendiamo atto e ci auguriamo  – conclude Giro – che ne tragga al più presto le dovute conseguenze". Dimissioni, dunque, possibilmente subito.

Caso rientrato – Ma l'esuberanza di Giro non trova molto sostegno: Settis invece di uscire rientra con onore. Il ministro Bondi, sin qui alla finestra, chiede immediato chiarimento e sollecita al dialogo, rinnovando la fiducia a Settis. Per la seconda volta: già in seguito al cambio di governo, ad un Settis dimissionario, il neoministro aveva confermato la propria stima e la disponibilità alla continuazione del rapporto nel Consiglio Superiore. Una fiducia che spiazza il sottosegretario ma quasi indispensabile. Nelle stesse ore, infatti enti ed istituzioni in primis il Fai e Italia Nostra hanno auspicato che si normalizzasse il rapporto di fiducia il politico e il tecnico. E che il professore 'con la sua insostituibile esperienza' potesse continuare il suo lavoro. Pace fatta quindi, ma le questioni aperte da Settis, al di là della forma utilizzata, sono ancora drammaticamente da risolvere.