Veduta di ComerioVeduta di Comerio

Terra e genti – Per un artista come Herman Metelerkamp abitare in una casa che domina un paesaggio costellato da cascine e laghi di montagna fu una fonte costante di ispirazione, un punto d'osservazione di vedute e genti uniche. Le sue opere, dense di vivida memoria, ben rappresentano il desiderio di ritornare, anche solo con il ricordo, al fascino di luoghi, situazioni e avvenimenti vissuti in "terra varesotta". Alla sua opera e al suo amore per le terre prealpine è dedicata la mostra "Genti e luoghi del Varesotto" curata da Luigi Piatti e allestita fino al 19 aprile presso Villa San Martino di Barasso.

Vento del nord – Nato a Kudat (Borneo inglese) nel 1898  e trasferitosi giovanissimo in Olanda, Herman Metelerkamp assaporò prima a Monaco e poi a Vienna, lo spirito ancora vivo dello Jugendstil e l'arte di Paul Klee. A Milano, attratto dall'atmosfera enigmatica della Metafisica, strinse amicizia con Carlo Carrà e allestì la sua prima mostra nella Penisola, alla Galleria Vinciana. Si trasferì a Venezia e da lì ancora nella sua Olanda, ma per poco; giusto il tempo di consolidare quella maturazione artistica che s'era guadagnata con anni di

Lago di VareseLago di Varese

lavoro e di studio. Infatti nel 1925, a ventisette anni, tornò di nuovo in Italia, prima a Milano, poi, alla fine degli anni Venti, a Tradate, a Varese, a Comerio e, infine, nel 1946 a Barasso dove rimarrà sino al 1993, anno della sua morte.

Quelle vie inghiottite dal tempo – Così Barasso ricorda "il pittore venuto dal nord" che ritrasse su tela e su carta gli edifici antichi dei nostri paesi: la chiesa di San Pietro di Gemonio, il Lazzaretto di Molina, le chiese di Sant'Eusebio a Morosolo e di San Celso a Comerio. Al fascino poetico dell'esecuzione pittorica si unisce la testimonianza di un paesaggio che oggi non c'è più e che, nella migliore delle ipotesi, è stato riempito dalla massiccia presenza edile contemporanea. Chi riconoscerebbe, pur varesino, il trafficatissimo viale Aguggiari e la via Londonio nelle vedute poetiche di Metelerkamp? Il catalogo che accompagna la mostra, racconta ampiamente il senso del trascorrere del tempo nei dipinti del Nostro, dai quali sembra fuoriuscire il vociare del mercato nelle piazze, le grida dei bambini che corrono lungo le sponde del lago e una parlata schiettamente in dialetto. "Con tali precedenti residenziali – spiega Luigi Piatti nel catalogo – io credo di poter definire Herman Metelerkamp pittore varesino a tutti gli effetti; un pittore varesino carico di cultura e reminiscenze "nordiche".

Al mercato di Varese, 1960Al mercato di Varese, 1960

Genuinità paesana – Se infatti i soggetti iconografici dei suoi lavori sono un documento poetico e malinconico di scorci, strade e genti del varesotto, i colori sono quelli luminosi dei Paesi Bassi. Il verde dei suoi paesaggi venne definito "di morchia" da Garibaldo Marussi; e Renato Guttuso, affascinato dai toni accesi della pittura di Metelerkamp, un giorno gli domandò: "Ma me lo vuoi dire come fai a tirar fuori certi verdi tuoi?". Parecchi sono poi i personaggi ritratti dal Metelerkamp. Oltre ai sugosi disegni con caricature (in Villa San Martino, a margine della mostra, c'è una saletta dove se ne possono ammirare oltre trenta) vanno segnalate le composizioni con la gente del paese, con "I marussee" (leggi, i moderni sensali), "I giocatori di carte al Bar Roma", "Il mangiafagioli all'Osteria della Frasca", i "Due pensionati nei giardini pubblici di Varese".

Herman Metelerkamp
«Genti e luoghi del Varesotto»
Presso Villa San Martino – Barasso,
dal 4 al 19 aprile 2009
Orari: Lunedì – Venerdì, 15.00 – 19.00; Sabato e festivi, 10.00 – 19.00.
Giorno di Pasqua, 15.00 – 19.00
Per informazioni: Comune di Barasso, Tel. 0332.743386 Fax 0332.730922  cbarasso@libero.it