Protagonista nelle opere di Alberto Andreis, diplomato all'Accademia di Belle Arti di Brera, è il tempo.
Dalla sua prestigiosa biografia va segnalato il ruolo di assistente, dal 1983 al 1989, dello scenografo Ezio Frigerio che lo ha portato alla partecipazione del progetto per le scene del film "Cirano De Bergirac" di J. P. Rappeneau, Oscar 1990 per i costumi e nomination per le scene.

E' l'unità di misura la chiave di volta, come afferma il titolo della personale, la "Memoria dalle pietre", materiale con cui sono composte le architetture raffigurate, alcune intaccate da incipienti segni di decadenza, altre in antitesi con le prime, svettanti verso l'alto e disassate rispetto al nucleo centrale, quasi a sfiorare, in un contesto biblico e fiabesco, un'ideale libertà dalla terrena forza gravitazionale.

A conferire pregnanza scenica alle architetture sono le gradazioni tonali di cieli percorsi da un chiarore atto a delineare la linea dell'orizzonte per poi terminare, nella parte estrema del quadro, in strati di nubi dai toni notturni.
Il segno definisce la percorrenza temporale di un'epoca e l'umano desiderio di testimoniare la propria potenza unita all'illusione dell'immortalità.

In quella dissipatio humani generis, solo alla pietra è data la fatica di perdurare nel tempo, il compito di testimoniare l'antropologia della provvisorietà dell'uomo.
Sospese in un'epoca vaga, le architetture di Albero Andreis tendono all'oblio.


Alberto Andreis – "Memorie dalle pietre"

Milano, Barbara Frigerio Cantemporary Art, Via dell'Orso 12
Fino al 17 novembre
Orario: da martedì a sabato dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 19.30
domenica dalle 11.00 alle 19.00